Dopo quasi tre anni di onorato servizio, il mio fido notebook HP Pavillion con monitor da 17” ha tirato le cuoia. Vani sono stati i tentativi di rianimazione. Semplicemente, si è spento.
A causare la tragedia è stato quel maledetto alimentatore universale da mezzo chilo, che a causa di qualche forza misteriosa (uno spiffero, un calcetto, un fenomeno magnetico, il pavimento non in piano) ho trovato con il selettore della tensione spostato di una tacca, col risultato che per tutta una notte ha alimentato il notebook a 21 V. anziché a 20.
Dopo essermene fatto una ragione, e senza aver trovato un capro espiatorio sul quale riversare la mia frustrazione, decido di correre ai ripari nel modo più scontato e banale: spendendo dei soldi per comprare un nuovo computer portatile.
Mi reco all’ipermercato più vicino e valuto un po’ di offerte. La mia attenzione viene catturata da un Packard Bell da 599,00 €, esteticamente abbastanza orribile ma dai contenuti tecnici interessanti e in linea con il mio budget. In particolare, il notebook in questione è dotato nel nuovo processore Intel Core I3 M330. Non conoscendo ancora la frequenza operativa della CPU (abbiate pazienza, è uscita da poco e ho un po’ di letture arretrate), non riportata nel cartellino, chiedo lumi all’addetto alla vendita.
– Salve, mi interessa quel Pakard Bell, mi saprebbe dire la frequenza del processore
– 64 Bit
!?!
– No, la frequenza … megahertz …
– GIGAHERZ! -, esclama – Ora non me la ricordo, vado a vedere, e comunque la frequenza è un’altra cosa -, dice, con aria da stronzo.
– No, mi scusi, la frequenza quella è, si esprime in Hertz… 64 bit è l’indirizzamento…
Ma ormai non mi stava più ascoltando. Certe volte gli operatori di vendita informatici ti fanno proprio incazzare.
Comunque, nonostante l’istintiva antipatia reciproca, vengo a sapere che il processore viaggia a 1,7 Ghz per due core, cifra poi rettificata a 2,13 (dopo che, tanto per rompere i coglioni, sono andato a comprare una rivista che recensiva proprio i processori Core I3, togliendomi la soddisfazione di far leggere al commesso la cifra esatta nella colonna FREQUENZA…).
Insomma il notebook valeva qualcosa, ma era l’ultimo modello disponibile. Altra soddisfazione: gli dico di tenerselo. Un notebook già aperto che il giorno dopo avrebbero svenduto a 100 € in meno in quanto ultimo pezzo non mi interessa.
Cambio ipermercato.
Per non farla lunga vengo subito al sodo: trovo in vendita un Asus con core I3 M350, quindi un po’ più veloce del packard bell; scheda video ATI 5mila-e-qualcosa con memoria dedicata da 1 GB; 4 GB ram; HD un po’ sottodimensionato da 320 GB; Windows 7 64 Bit. Prezzo 649,00 €.
Lo prendo (anche in questo caso il commesso fa un po’ il figo, ma lasciamo stare…).
Insomma, per farla breve, una volta a casa faccio tutta la procedura di installazione, installo gli aggiornamenti vari, riverso un po’ di file estratti da vecchi backup, programmi, immagini e quant’altro… e alla fine, alla prova dei fatti, quando clicco con il tasto destro del mouse sullo sfondo del desktop che succede? Che il cerchietto blu inizia a girare… Soltanto per aver richiesto l’apertura di un banale sottomenù!!!
Ma è possibile! E dire che Windows 7 doveva essere più scattante, veloce, nuovo. Siamo alle solite invece. Qualsiasi cosa faccia, il cerchietto blu si mette a girare, come su windows vista, come nei vecchi computer con XP (in quelli lenti, per lo meno) con la clessidra sempre in movimento.
Poi sa Seattle si chiedono perché i computer con la mela piacciono di più…