Fa specie che nessuno di quegli inquisitori che ad ogni prescrizione del B. fanno a gara ad invitarlo a rinunciarvi (giustamente) non abbiano avuto niente da ridire circa la prescrizione intervenuta provvidenzialmente a levare le castagne dal fuoco al procuratore federale Palazzi e all’Internazionale FC.
Si potrebbe pensare che “in presenza di nuovi elementi”, quali sono le intercettazioni che coinvolgono gli “onesti”, prima imboscate da qualcuno e poi recuperate dal mostro Luciano Moggi, la prescrizione potrebbe beatamente andarsene a quel paese. Ma vabbé, non stiamo a fare i pignoli. Tuttavia non si capisce perché Palazzi ritenga opportuno dover “invitare” a lasciare le cose così come stanno.
Sarebbe stato professionalmente ineccepibile invitare, allo stesso modo, la FIGC a occuparsi della questione, con un appropriato scarica barile.
E la FIGC il 18 luglio, appunto, si occuperà della faccenda lasciando, appunto, le cose come stanno… come da invito del procuratore suddetto.
E fa niente se Abete, tra un abbraccio commosso a Moratti e una lode sperticata all’Inter, ebbe a dire che “L’etica non si prescrive”.
In un paese dove mezzo parlamento ha fatto finta di credere che una marocchina senza fissa dimora fosse la figlia di Mubarak, è facile convincersi del fatto che promettere posti di lavoro ad un arbitro in attività non costituisca illecito sportivo.
Lo scudetto di cartone rimarrà all’Inter, è già tutto deciso.