Scritto come racconto “di riserva” in attesa del verdetto per Il Canile – racconto breve presentato e poi accettato per il terzo Speciale SF della Writers Magazine -, anche in questo “Thomas Pitt is dead, alive…” al centro della storia c’è un funerale, come già in “Senza Lacrime e Senza Dolore” e, appunto, ne “Il Funerale“. Non voglio rivelare altro su questo racconto, tuttavia inizio a provare una certa inquietudine…
Incipit
I preparativi per il funerale iniziarono di buon mattino.
Prima arrivarono i parenti stretti: sua moglie e i due figli, i genitori, la suocera, il fratello e la cognata, e suo nipote.
Poi fu il turno di zii e cugini, dei parenti di sua moglie, degli amici. I parenti alla lontana arrivarono alla chetichella, insieme ai conoscenti. Infine tutti gli altri.
A quel punto Thomas Pitt decise che così poteva bastare. Poche migliaia di persone e il suo funerale poteva iniziare.
I celebranti spesero parole di elogio. Buon padre di famiglia, fedele, dedito al lavoro, discreto pescatore e promettente scrittore. Anche se, a dirla tutta, aveva pubblicato davvero poco. Teneva nel cassetto un romanzo per il quale nutriva forti aspettative, e se fosse riuscito a terminarlo il successo era praticamente assicurato, ne era certo.
Purtroppo Thomas Pitt era un incostante. Nella sua vita troppe volte aveva cambiato lavoro, interessi, hobby, passioni…
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