Libro letto col solo scopo di approfondire una tematica che potrebbe tornarmi utile nella scrittura di un ipotetico romanzo ucronico, romanzo che al momento ho soltanto abbozzato, e che se ne sta chiuso in un cassetto da una ventina d’anni, in attesa di tempi migliori. Velleità artistiche a parte, in realtà l’argomento mi ha sempre affascinato. In sostanza, mi sono sempre chiesto se l’Italia, di nascosto e in violazione dei trattati internazionali, non sia stata una piccola potenza nucleare, dotata di armamenti di provenienza USA, che in caso di necessità avrebbe potuto utilizzare per conto proprio, anche in mancanza del nullaosta statunitense. Dopo la lettura di questo testo, fin troppo didascalico, potrei rispondere affermativamente alla prima domanda e negativamente (ma sarei tentato dal “forse”) alla seconda. Un altro dubbio che però non sono riuscito a togliermi è se l’Italia sia mai stata in grado di assemblare per contro proprio un ordigno nucleare. In passato lessi alcuni articoli che suffragavano questa ipotesi. Qualche commentatore s’era spinto ad affermare che, in realtà, “qualcosa” era stata progettata, e forse persino costruita e poi subito smontata, al CAMEN, Centro di applicazioni militari dell’energia nucleare, vicino Pisa. Sicuramente è stato costruito, progettato e sperimentato un vettore balistico a doppio stadio, il missile ALFA, che si prestava bene allo scopo. Ma sto divagando.
Tornando al libro in questione: si tratta di un testo tecnico, sicuramente dettagliato e approfondito, accessibile anche ai profani. Tuttavia, a meno che non abbiate intenzione di scrivere un’ucronia nuclearitaliana del secolo scorso, potete tranquillamente trascurarne la lettura.