Se devo essere sincero, dal saggio “Mussolini ha fatto anche cose buone“, dello storico Francesco Filippi, mi aspettavo di più. Mi aspettavo sicuramente maggior approfondimento, insieme a un’analisi rigorosa del contesto sociale e politico in cui sono dapprima germogliate, e poi via via attecchito, le bufale riguardanti le fantomatiche cose buone fatte dal Duce durante il ventennio fascista. Nel libro alla fine ciò che vi si legge (in pochissimo tempo) non è altro che un elenco di luoghi comuni sul fascismo ai quali abboccano ormai in pochi nostalgici. Non credo sia rimasto nessuno che possa affermare in buona fede che il Duce abbia inventato le pensioni, sconfitto la mafia e fatto in modo che i treni arrivassero in orario. Detto questo, che non si tratti di un’encilopedia super documentata lo si capisce subito, anche soltanto per le dimensioni del volume. Errore mio, quindi, nell’essermi creato troppe aspettative.
Libro consigliato se non ne sapete nulla, o se vi serve un bignami delle bufale su fasciamo. Altrimenti lasciate perdere.
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Philip K. Dick, Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch
Ho riletto per la terza volta questo capolavoro assoluto del grande Philip K. Dick, nella traduzione di Umberto Rossi. L’ho fatto a più di venticinque anni dalla seconda lettura e l’ho ritrovato, ancora una volta, semplicemente meraviglioso.
Ne Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch, da alcuni considerato il miglior romanzo scritto dal visionario scrittore californiano, troviamo la summa di tutte le tematiche tipiche della narrativa dickiana: l’impossibilità di definire la realtà entro canoni oggettivi, l’abuso di droghe, la paranoia, la denuncia del capitalismo pervasivo, il fascismo palese o latente, il ricorso alle arti quale forma di elevazione spirituale, i poteri paranormali (che rendono tutt’altro che supereroi chi li possiede), il misticismo tecnologico, l’inadeguatezza nel rapportarsi con le persone e soprattutto con le donne… e tanto altro. Descriverne la trama non è impresa semplice. Sostanzialmente, siamo alle prese con una serie di personaggi che si muovono in una società altamente competitiva, dove alcune multinazionali si contendono il ricco mercato delle forniture per le colonie marziane. Continua a leggere
Karen Joy Fowler, Siamo tutti completamente fuori di noi
Romanzo impossibile da recensire senza svelare il colpo di scena sul quale si poggia l’intera vicenda. Cercherò di evitarlo, consapevole del fatto che verrà fuori una recensione povera e perlopiù incomprensibile.
Allora, Siamo tutti completamente fuori di noi è un romanzo della statunitense Karen Joy Fowler, scrittrice sconosciuta dalle nostre parti, operante in ambito Fantasy/SF (vincitrice di un Nebula e di un John Wood Campbell).
Il romanzo è raccontato in prima persona dalla protagonista, Rosemary Cooke, una giovane donna che ripercorre i ricordi della sua vita segnata da un evento traumatico, e lo fa in modo circolare, non partendo dal principio, al quale si arriverà per gradi, ma ripercorrendo gli eventi a ritroso, dagli anni del college fino alla primissima infanzia. Rosemary è la secondo genita di una famiglia composta da un padre scienziato, che porrà Rosemary al centro di un inedito e particolare esperimento scientifico, poi bruscamente interrotto, un fratello ribelle, una madre depressa e una sorella misteriosamente scomparsa. Continua a leggere
Lawrence Wright, Pandemia
Cosa poteva leggere un appassionato di fantascienza distopica e apocalittica durante il lockdown decretato la scorsa primavera? Un romanzo che si intitola, appunto, Pandemia, scritto poco prima dell’avvento del SARS-COV-2 da Lawrence Wight, autore statunitense già Premio Pulitzer.
Il romanzo anticipa in maniera dettagliata praticamente tutto quello a cui siamo andati in contro, e che continuiamo a vivere ancora oggi. Dal distanziamento sociale, all’uso delle mascherine, dalla carenza di posti nelle terapie intensive alle politiche di lockdown. Poi però nel romanzo le cose peggiorano, e di brutto, a causa degli elevati tassi di mortalità e contagiosità del virus immaginato da Wight. Non solo: a un certo punto anche le grandi potenze mondiali, colla situazione totalmente fuori controllo, iniziano a guardarsi in cagnesco, e ad abbaiare…
Il protagonista è il Dottor Henry Parsons, epidemiologo di fama mondiale, il cui handicap fisico non gli ha impedito di costruirsi una carriera prestigiosa e mettere su una tipica e stereotipata famiglia americana, con figlia teenager ribelle e fratellino rompiscatole. E sono proprio le vicende della famiglia, rimasta negli Stati Uniti, a fare da contraltare alla missione impossibile che il Dottor Parsons dovrà affrontare in giro per il mondo: trovare l’origine del virus e, cercare una possibile cura ed evitare che politici e governanti mandino tutto a putt ramengo. Continua a leggere
Tullio Avoledo, Nero come la notte
Nel recensire il romanzo Nero come la notte, di Tullio Avoledo, in tanti hanno sottolineato come l’ultima fatica dello scrittore pordenonese rappresenti il suo esordio nel genere Noir, con conseguente e momentaneo accantonamento di quello fantascientifico. Ora, a parte il fatto che alcune lievi sfumature SF si colgono anche in questo romanzo – l’ambientazione e alcuni personaggi sono gli stessi della maggior parte dei suoi lavori precedenti – andrebbe detto che in realtà Avoledo aveva già fatto irruzione nel genere Noir con L’ultimo giorno felice, scritto nel 2008. Sempre che nel genere Noir non sia indispensabile la presenza di un protagonista appartenente, in un modo o nell’altro, alle forze di polizia. Fatta questa NON doverosa precisazione, posso dire che Nero come la notte è apparso ai miei occhi come un romanzo interlocutorio, di quelli che Avoledo scrive per riempire gli spazi tra un capolavoro e l’altro. Insomma, un parente stretto del già citato L’ultimo giorno felice (noir), Furland® (satira), Tre sono le cose misteriose (dramma politico), Un buon posto per morire (azione, scritto con Davide Dileo), e i romanzi della Metro 2033 Universe (fantazombeschi). Continua a leggere
Murakami Haruki, Kafka sulla spiaggia
Sono mesi che non riesco più a scrivere recensioni, articoli o semplici testi che siano più lunghi di un post su Facebook o una storia su Instagram. Colpa dello stato d’animo conseguente all’emergenza coronavirus e al relativo lock down? Forse. Oppure mi trovo in una fase della mia vita in cui ho perso lo slancio creativo, e per me scrivere è diventato faticoso. Tutto questo preambolo serve per giustificare la brevità – o la superficialità – di questa recensione. Non che io sia mai stato un grafomane, ma Kakfka sulla spiaggia, del celebre scrittore giapponese Murakami Haruki, meriterebbe una lunga e esaustiva disanima critica, mentre io mi limiterò a raccontarvi le mie impressioni a freddo, visto che il romanzo ho finito di leggerlo ormai un paio di mesi fa.
Seconda opera di Murakami da me affrontata, dopo 1Q84, Kafka sulla spiaggia è un romanzo caleidoscopico, nel quale si intrecciano miti, situazioni e fatti appartenenti alla contemporaneità, alla mitologia giapponese egli archetipi culturali occidentali. Continua a leggere
Jim Al-Khalili, Alieni: C’è qualcuno là fuori?
Interessante raccolta di saggi presentata dallo scienziato, divulgatore scientifico e romanziere Jim Al-Khalili. Dico subito che si tratta di testi relativamente semplici, alla portata di chiunque, anche se in un paio di capitoli il livello di complessità sale leggermente. Si parla di alieni, o comunque di vita extraterrestre, e lo si fa dando la parola a una ventina di specialisti diversi, tra i quali qualche italiano. Il bello di questa raccolta è che finalmente si esplorano argomenti quasi mai trattati da altre pubblicazioni di questo tipo. Particolarmente interessante, da questo punto di vista, il capitolo intitolato Alieni sulla Terra: cosa può dirci il polpo sulla coscienza. Attenzione: quanto esposto in questo capitolo non c’entra nulla con quelle buffe teorie secondo le quali i cefalopodi potrebbero essere frutto di esperimenti di ibridazione con DNA alieno. Tutt’altro: si vuole dimostrare, con un esempio di facile comprensione, quanto possa essere diversa dalla nostra l’intelligenza da quella di eventuali forme di vita aliene, intelligenza che troppo spesso cinema e letteratura descrivono in chiave antropocentrica. A proposito di cinema e letteratura, non manca una critica all’immaginario fantascientifico, spesso vittima dell’antropocentrismo di cui sopra, per finire poi nell’analizzare i casi più celebri, e sospetti, riguardanti incontri ravvicinati dal primo a quarto tipo. Continua a leggere
Ian McEwan, Macchine come me
Hai voglia a dire che Macchine come me di Ian McEwan non è fantascienza. Lo è eccome! Come definire diversamente un romanzo sapientemente ambientato in un universo ucronico e che annovera tra i protagonisti un androide?
Eppure, a partire dall’autore stesso, la definizione di romanzo fantascientifico non è stata quasi mai utilizzata per indicare il genere letterario nel quale può essere annoverata quest’opera. Solito atteggiamento snob nei confronti di un genere popolare, o esigenze commerciali da salvaguardare? Direi entrambi…
Ci troviamo in una realtà alternativa, il cui POV (point of divergence) parte dalla scelta fatta dal genio matematico e padre dell’informatica Alan Turing (quello di Enigma, per intenderci) di accettare la pena detentiva, comminatagli a causa di una condanna per omosessualità, anziché sottoporsi alla castrazione chimica, sopravvivendo così a quella depressione che nel nostro continuum pose fine alla sua esistenza a soli 41 anni. Grazie al lavoro del Turing “sopravvissuto” il progresso tecnologico ha subito un’incredibile accelerazione, tanto che nel 1982 ucronico immaginato da McEwan sono già disponibili le tecnologie che nel nostro presente verranno introdotte molto più tardi: internet e i social network, telefoni cellulari, autoveicoli a propulsione elettrica e quant’altro. Ma le differenze non si limitano soltanto alla tecnologia: missili di fabbricazione francese forniti al governo argentino e dotati di intelligenza artificiale hanno disintegrato la flotta britannica salpata per le Isole Falkland, determinando la vittoria dell’Argentina nella breve guerra contro il Regno Unito. Il premier Margaret Tatcher si trova così in enorme difficoltà, incalzata peraltro da una situazione economica e sociale precaria, con frequenti disordini di piazza e la disoccupazione arrivata livelli incontrollabili. Nel mentre i Beatles, nuovamente riuniti a dieci anni dallo scioglimento, riprendono a mietere successi; il laburista anti europeista Tony Benn si candida a sostituire la Lady di Ferro; negli USA Jimmy Carter sconfigge Ronald Reagan. Continua a leggere
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni
Tanto per buttarla subito in politica, ho immaginato Emilio Lussu (scrittore e politico sardo, mio conterraneo, eroe di guerra e fondatore del Partito Sardo d’Azione) rivoltarsi nella tomba dopo che nella mia Regione il partito da lui fondato ha preso la strada che tutti sappiamo. Questa mia affermazione ritengo sia del tutto inattaccabile, in qualsiasi modo uno possa pensarla.
Scritto ormai quasi novant’anni fa, poco dopo l’instaurarsi della dittatura fascista e a seguito della rocambolesca fuga dal carcere di Lipari, dove Lussu venne confinato dal regime, Marcia su Roma e dintorni racconta con un linguaggio semplice, diretto e ironico, l’ascesa per nulla inarrestabile di Benito Mussolini. Si, avete letto bene: “per nulla inarrestabile”, e se avrete la bontà di leggere questo libro, che mi auguro nel frattempo non sia sparito dalle antologie scolastiche (ma credo di si, visto l’andazzo), capirete a cosa mi riferisco. Continua a leggere
Paul Auster, Uomo nel buio
Dopo aver letto Uomo nel buio, romanzo minore del celebre e prolifico scrittore newyorchese Paul Auster, ho avuto l’impressione che l’autore in un primo momento avrebbe voluto scrivere un’opera fantascientifica, sottogenere ucronico, ma poi ci abbia ripensato, virando verso la solita saga familiare in formato pocket, considerando le sole 152 pagine dell’edizione cartacea.
August Brill è un anziano critico letterario, costretto su una sedia a rotelle a causa di un grave incidente automobilistico. A seguito di una serie di lutti e divorzi che hanno coinvolto sia lui che la sua discendenza, si ritrova ad affrontare la vecchiaia sull’orlo di una depressione che lo porta a soffrire d’insonnia. Durante le notti passate a rimuginare cerca di ingannare il tempo immaginando storie e situazioni di fantasia. In una di queste, che al lettore appare come un romanzo dentro il romanzo, il protagonista è Owen Brick, un prestigiatore che improvvisamente si trova catapultato in una realtà alternativa. Nell’ucronia immaginata da August Brill/Paul Auster, George W. Bush ha perso le elezioni presidenziali del 2000, le Torri Gemelle non sono state abbattute, non c’è stata la guerra in Iraq, e gli Stati Uniti sono sconvolti da una nuova guerra civile. Continua a leggere