Tanto per buttarla subito in politica, ho immaginato Emilio Lussu (scrittore e politico sardo, mio conterraneo, eroe di guerra e fondatore del Partito Sardo d’Azione) rivoltarsi nella tomba dopo che nella mia Regione il partito da lui fondato ha preso la strada che tutti sappiamo. Questa mia affermazione ritengo sia del tutto inattaccabile, in qualsiasi modo uno possa pensarla.
Scritto ormai quasi novant’anni fa, poco dopo l’instaurarsi della dittatura fascista e a seguito della rocambolesca fuga dal carcere di Lipari, dove Lussu venne confinato dal regime, Marcia su Roma e dintorni racconta con un linguaggio semplice, diretto e ironico, l’ascesa per nulla inarrestabile di Benito Mussolini. Si, avete letto bene: “per nulla inarrestabile”, e se avrete la bontà di leggere questo libro, che mi auguro nel frattempo non sia sparito dalle antologie scolastiche (ma credo di si, visto l’andazzo), capirete a cosa mi riferisco. Continua a leggere
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Previsioni apocalittiche per il 2019
Alle prossime Europee Salvini farà il pieno dei voti, e cercherà di mettere alle corde il m5s, chiedendo l’impossibile. Da qui l’inevitabile crisi di governo, che avverrà prima dell’entrata in vigore del reddito di cittadinanza (non per nulla Di Maio lo vorrebbe operativo prima delle elezioni, ma vedrete che gli “alleati” faranno di tutto per ostacolarlo).
Dopo la crisi, ci sarà un biforcazione temporale con due futuri alternativi:
Futuro “Mi fa male il didietro”: Salvini farà il pieno anche alle inevitabili elezioni legislative di inizio giugno (Mattarella proverà a creare un governo di legislatura con m5s e PD, ma questi ultimi si taglierebbero le palle per fare un dispetto alla moglie, quindi…). Grazie all’apporto dei gruppuscoli di destra (Casa Pound, Forza Nuova, Cacciatori e Forza Italia), Salvini potrebbe riuscire a formare un governo nazi-fascista i cui primi provvedimenti sarebbero: a) cittadinanza degli stranieri legata al lavoro… gratuito, in pratica la reintroduzione dello schiavismo; b) non si conosce il destino degli stranieri che non accetteranno le nuove misure di integrazione, ma andranno tutti in vacanza da un giorno all’altro, senza avvisare e lasciare un recapito… c) Pensioni, stipendi della pubblica amministrazione, tasse e sovvenzioni saranno legate al PIL delle regioni, quindi il Sud se ne può tranquillamente andare affanculo; d) Introduzione di due monete alternative all’euro: lo Sgheo, che avrà valore soltanto nelle regioni col PIL di cui sopra; la Lira, stampata in rotoli a due veli e in pacchi da sei, per tutti gli altri.
Futuro “Tentiamo la sorte”: In qualche modo Mattarella riesce a convincere il PD a sostenere un governo a maggioranza m5s, che però il tempo di una mozione parlamentare e viene affondato da franchi tiratori e cecchini armati di doppietta. Si va alle elezioni a fine giugno e si ritorna all’altro futuro.
In ogni caso, buon 2019 a tutti… e fate scorta di vasellina.
Una storia italiana.
L’Ing. Rossi nacque in una famiglia di poveri contadini dediti al lavoro. Tuttavia, grazie allo studio, l’impegno e una massiccia dose di testardaggine riuscì a laurearsi e ad avviare la sua piccola attività. Grazie alla creatività sua e dei suoi collaboratori, alle giuste alleanze e a un po’ di fortuna, l’attività crebbe a dismisura, fino a raggiungere una dimensione planetaria.
Certo, in un modo o nell’altro dovette cedere ad alcuni compromessi, soprattutto con i politici, sempre più ingordi, e persino con la malavita, che in cambio della sua “protezione”pretendeva di partecipare al banchetto.
L’Ing. Rossi per nulla al mondo avrebbe voluto rinunciare a quello status di privilegiato che era riuscito a costruirsi, e mai e poi mai avrebbe accettato di sacrificare i suoi dipendenti, per i quali aveva contribuito ad assicurare benessere e prosperità, e se il prezzo da pagare era questo, allora avrebbe pagato…
Nonostante questi problemi gli affari continuavano ad andare bene, anche se, ingrandendosi, dovette ridurre premi e regalie concessi forse con troppa spavalderia ai suoi dipendenti. I quali, tutto sommato, continuavano a ricevere salari adeguati. Purtroppo alcuni di loro trattenevano una parte della produzione, da rivendere poi sottobanco per potersi permettere qualche sfizio. L’Ing. Rossi tollerava questi comportamenti: i suoi dipendenti dovevano rimanere tranquilli, per non rischiare di vederseli sottratti dalla concorrenza.
Ma il fatturato iniziò inesorabilmente a contrarsi.
La produzione viaggiava sempre a pieno ritmo, ma i fidi e i prestiti concordati con le banche crebbero negli anni, e da strumento utile per garantire liquidità di breve durata divenne il modo più facile per continuare a elargire stipendi gonfiati, bustarelle, accordi sottobanco…
Finché il debito divenne talmente imponente da superare il fatturato stesso. A quel punto concorrenti, fornitori e clienti dell’Ing. Rossi decisero di passare all’attacco, e nonostante avessero stretto con lui una serie di accordi di collaborazione e scambio, gli imposero di ristrutturare il debito, e per far questo fecero pressioni sulle banche, le quali, a loro volta, rischiavano di non vedersi restituire i soldi prestati.
L’ing. Rossi costrinse alle dimissioni l’Amministratore Delegato, che da vent’anni guidava la sua Impresa. In realtà proprio l’Amministratore Delegato, insieme a quelli che l’avevano preceduto, è stato uno dei più grandi artefici della distruzione dell’azienda. Non solo, per garantire il suo posto aveva lasciato che i dipendenti rubassero senza farsi troppi problemi, ben più di quanto l’Ing. Rossi era disposto a tollerare.
Una volta liquidato senza troppi complimenti l’Amministratore Delegato, le banche, d’imperio, imposero un loro uomo a capo dell’azienda, e questi si impegnò, senza illustrare il progetto ai dipendenti, in un immane progetto di ristrutturazione: dimezzare l’indebitamento in vent’anni, utilizzando tutti gli utili, tagliando gli stipendi, licenziando dipendenti o mandandoli in pensione anticipata senza versargli i contributi, vendendo rami d’azienda (anche strategici) ai concorrenti…
Durò poco, così come durarono poco gli altri due Amministratori Delegati, che incredibilmente mantennero gli impegni presi dal suo predecessore…
Epilogo
L’Ing. Rossi, ormai vecchio, si arrese: il suo cuore, indebolito, cedette e la sua impresa, alla fine, venne divorata dai concorrenti, che fecero carne da macello della forza lavoro, la quale, alla fine, imbracciò le armi…
L’Ing. Rossi, se non l’avete capito, è l’Italia…
Ne vedremo delle belle…
Mi è capitato più di una volta, su facebook e nei blog del fatto quotidiano, di fare questa sparata: “Quando le forze dell’ordine sfileranno accanto ai manifestanti, ai politici gli si stringerà il buco del culo…”. Non siamo arrivati ancora a questo punto, ma ieri è successo qualcosa di inconsueto. Il gesto simbolico di levarsi il casco ha voluto dire: “Questo è soltanto l’inizio”. Ne vedremo delle belle…
Il m5s che non esiste…
Da qualche tempo è in atto, da parte di certa stampa di apparato (in prevalenza piddina), il tentativo di apparentamento ideologico tra m5s e Forza Silvio (lasciamo perdere l’italia, visto che l’ex cav ha sempre pensato ai fatti suoi a discapito del paese). Eppure fino a ieri al governo con lui c’erano loro. Eppure è stato il m5s a porre prima il problema dell’ineleggibilità, e poi quello della decadenza con richiesta di voto palese. Eppure è Grillo che per anni l’ha soprannominato psiconano, definizione ultimamente abbandonata per un più chiaro e diretto “delinquente” o “pregiudicato”. Eppure è stato Letta (nipote) ad ammettere che avrebbe votato B. piuttosto che il m5s. Eppure alle primarie ha vinto Renzie, che è tutto dire. Eppure, eppure, eppure…
Però la cosa funziona, e tu senti per strada gli elettori PD superstiti tacciare quelli del m5s di berlusconismo, fascismo, leghismo e altri ismi con accezione negativa. È un m5s che non esiste, creato ad’hoc e pompato dai media, con la speranza che qualcuno ci caschi.
Poi dicono che TV e giornali non influenzano l’elettorato…
L’esplosione dei luoghi comuni
Non se ne può più. Ma come vengono selezionati i giornalisti in italia? Passi per la politica, fatta di slogan e luoghi comuni, ma che questi vengano ripetuti come una pappardella da tutti i commentatori politici è diventato ormai un fatto intollerabile.
Stamattina sarei voluto intervenire in diretta nella trasmissione in onda su Radio 24, quella condotta da Alino Milan. Anche lui, come un intero esercito di commentatori, ha tirato fuori il solito luogo comune, trito e ritrito, del “Governo a tempo, che faccia quelle tre o quattro riforme necessarie, e poi si vada al voto”.
Ma quali sono queste riforme, anzi “Riforme”? Ma quanto può durare un governo a tempo, anzi “Governo a Tempo (GAT)”?
Anche Monti doveva dare le famose “Riforme Necessarie”, ma poi si è limitato a tassare gli italiani e a colpire le pensioni. Ha riformato il mondo del lavoro senza riformarlo. Ha introdotto una legge anti corruzione finta. Queste erano “Riforme Necessarie”? E se è riuscito a combinare ben poco un governo Monti appoggiato dal 90% dei parlamentari, come si pretende, con la frammentazione politica venuta fuori dalle ultime consultazioni, di riuscire a mettere d’accordo qualcuno su, non dico tre o quattro riforme, ma anche soltanto su una nuova legge elettorale? (che non sia farlocca come la riforma del lavoro).
Cari giornalisti, avete finito di farvi abbindolare dai luoghi comuni della politica?
Un’altro luogo comune che mi fa ridere è quello degli otto punti del PD sui quali far convergere i voti del m5s. Lo so, tecnicamente non è un luogo comune, ma io lo percepisco come tale. Ma di quali 8 punti parliamo? Ma con il disastro economico nel quale ci troviamo ha senso parlare di cittadinanza per i nati in italia da genitori extracomunitari? Ma ora come ora chi cazzo se ne frega?
ESSIATECONCRETICAZZO! Cancellate sta maledetta TAV, che ci costa più in presidi delle forze di polizia che in mano d’opera, e redistribuite il risparmio ottenuto alla popolazione. Cancellate quei bidoni volanti di F35 (e lo dico con cognizione di causa, da ex appassionato di aeronautica militare). Fate rientrare i militari italiani in utilmente in giro per il modo, SUBITO! Mettete una bella tassa aggiuntiva del 10% sulle pensioni d’oro. E un’altra tassa aggiuntiva a tutti i manager di stato che guadagnano più di 50000 netti e mettete un bel tetto. Abbiamo direttori di questo o di quello che guadagnano più di Obama e della Merkel messi insieme. Dimezzate gli stipendi dei parlamentari. Le auto blu, che ve lo dico a fare?
Con tutti questi risparmi tagliate da subito le tasse e pagate le aziende creditrici dello stato, e vedete che l’economia riprende a crescere, o quantomeno a stabilizzarsi.
Altro che riforme!
Perché Berlusconi ha vinto
Questa è la televisione italiana e questo è l’elettorato.
Non mi convince del tutto la scelta di Grillo di disertare i dibattiti televisivi, però trasmissioni come quella di ieri sera ti fanno capire che alla fine non si tratta di una scelta senza senso.
Se uno come B. (con i suoi processi, i bunga bunga, le D’Addario, le figuracce internazionali e vent’anni di mal governo) esce indenne dallo “scontro” con Santoro e Travaglio, mentre basta una puntata di Report per annichilire l’IDV, o due interviste a altrettanti militanti in disaccordo col capo per ridimensionare nei sondaggi il M5S, ti rendi conto del fatto che al l’elettore italiano medio non importa niente di quello che uno ha fatto/farà/propone. Conta invece quello che dice, come lo dice e come gli viene chiesto. Se Grillo, o chi per lui, dovesse accettare di esporre i propri programmi in uno di questi talk show, basterebbe una domanda su Casaleggio, un servizio sulla sua vecchia Ferrari o un’inchiesta sui suoi guadagni per darne una percezione, nell’elettorato, totalmente diversa da quella che poi corrisponde alla realtà. Per questo motivo B. è ancora in piedi e fa più o meno quello che vuole. La gente sa cosa ha combinato, fin nei minimi dettagli, e non c’è domanda, per quanto diretta e imbarazzante, che possa modificarne l’immagine che si è consolidata negli anni. Per tutti gli altri “nuovi” basta un peccato veniale sbandierato in tv per decretarne inesorabilmente la condanna a morte.
Il Vomito
C’è qualche politico che si definisce povero in quanto guadagna soltanto 145.000 € all’anno. Rischio una causa per diffamazione o vilipendio se dico che questo genere di affermazioni, questi atteggiamenti, mi fanno venire il vomito?
Nel caso, non avrei i soldi per potermi permettere un avvocato, ma dovrei sapermi difendere da solo.
Curzio Maltese – La Bolla
Per questo libro vale la stessa considerazione che ho fatto riguardo a Papi, di Travaglio, Lillo e Gomez. Sarebbe bello se questi scritti servissero per mobilitare le coscienze, fare aprire gli occhi alle persone, destarle dal torpore politico/mediatico nel quale sono finite.
Ma così non è. Questi libri vengono letti da chi già conosce la verità. Da chi già conosce lo stato attuale della nostra nazione, il livello di degrado sociale, economico e politico.
Da chi non ha votato questa maggioranza.
Questi libri, purtroppo, non spostano voti. Non mobilitano le coscienze. Sono opere scritte dal quella generazione di perdenti che amavano l’Italia, e che assistono impotenti al suo sfacelo. Persone che vorrebbero scappare. Persone con le armi spuntate, o inoffensive.
L’autore è molto bravo nel trasmettere alcuni particolari tipi di sensazione: il rammarico e la frustrazione. E, soprattutto, la rassegnazione.
Curzio Maltese sostiene che tutto questo avrà una fine. Ma quello che verrà dopo, purtroppo per noi, potrebbe essere anche peggio (se possibile…).
E adesso?
È caduto il governo Prodi, considerazioni personali:
1) Quello di Prodi non era certo il miglior governo che la sinistra poteva esprimere. Troppi ministri, alcuni dei quali si sono dimostrati dei mezzi flop. Primo fra tutti Padoa Schioppa, un tecnocrate altolocato, buon ragioniere ma pessimo politico, privo di quel guizzo di creatività o di coraggio che al giorno d’oggi si richiede anche a un ministro dell’economia. Il suo lavoro sicuramente porterà (o avrebbe portato) a un miglioramento dei conti, ma è mancato un po’ di coraggio nell’introdurre qualche vera novità (deducibilità da parte dei privati delle parcelle dovute ai professionisti, per esempio). Per non parlare di Mastella, che se si votasse oggi il suo 2 per cento diventerebbe zero virgola.
2) Ciononostante in poco tempo qualche altro ministro è riuscito a lavorare benissimo, primo fra tutti Bersani con le misure anti evasione prima e liberalizzazioni dopo. In oltre da qualche mese l’economia ha ripreso a marciare, e non grazie all’onda lunga del precedente governo Berlusconi. Troppo comodo per l’opposizione gloriarsi di cose che non sanno dimostrare.
3) I senatori che hanno fatto mancare la maggioranza al governo hanno votato a favore della guerra in Afghanistan. Si, ho scritto bene: hanno votato a favore dell’intervento militare. Per il semplice motivo che se si tornasse a votare la vittoria andrebbe Berlusconi (quelle poche migliaia di imprenditori indecisi che all’ultimo momento hanno pensato di votare per Prodi oggi non lo rifarebbero, per via dell’inasprimento della lotta all’evasione, che gli ha toccato le tasche e il cuore), dicevo un nuovo governo Berlusconi non ritirerebbe le truppe, anzi, ne manderebbe altre.
Stessa cosa un governo delle larghe intese. Stessa cosa un Prodi bis, che se venisse insediato rimetterebbe la fiducia proprio sulla politica estera, chiedendo carta bianca.
Se erano contrari, potevano starsene a casa e non fare tutto questo casino. Ma dove credono di vivere, nel mondo delle favole dove vincono i sentimenti e i buoni propositi. E basta con questo antiamericanismo da strapazzo. Anche a me da fastidio l’imperialismo americano, da fastidio l’eccessiva presenza di basi sul nostro territorio, da fastidio anche la Nato, che in Europa dovrebbe essere messa in secondo piano da un’alleanza militare composta esclusivamente da nazioni europee. Mi danno fastidio tutte queste cose ma non si può pretendere di cambiare il mondo in pochi mesi. E che cavolo, ora che si stava iniziando a fare qualcosa di decente, bum, si cade a Kabul, dove a fatica si sta iniziando a vivere senza l’incubo talebano.
Spero proprio che le cose si rimettano apposto, ma sarà difficile. Difficile allargare la maggioranza (Follini è troppo debole e Casini, oltre a non averne voglia, farebbe cadere il governo sui Dico). Difficile far cambiare idea a chi ha nel DNA l’ostilità verso l’America.
Mi consola il fatto che parte della responsabilità di tutto questo marasma ce l’ha una legge elettorale fatta coi piedi, che comunque vadano le cose verrà cambiata…