Un bella lettura, non c’è che dire. Dopo aver visto il film, qualche anno fa, mi ero riproposto di acquistare anche il romanzo omonimo dal quale è stato tratto Il fuggiasco. Non si tratta di un’opera di fiction ma del racconto, più o meno romanzato, della latitanza di Massimo Carlotto, oggi apprezzato scrittore e in passato protagonista in passato di uno dei più controversi casi giudiziari nella storia della repubblica. Le pagine, scritte bene e con uno stile facile e veloce, in alcuni punti assomiglia più a un manuale per giovani latitanti, e la cosa forse è anche voluta. Traspare lungo tutta la narrazione un leggero umorismo, in parte auto ironico e in parte cinico.
Volendo trovare un difetto sembra che a volte lo spessore drammatico della vicenda non riesca ad emergere completamente. Ma questa è una caratteristica della prosa di Massimo Carlotto, decisamente orientata verso uno spietato cinismo e lontana da facili autocompiacimenti letterali.
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Massimo Carlotto e Mama Sabot – Perdas de Fogu
Perdas de Fogu, Romanzo inchiesta scritto da Massimo Carlotto insieme al collettivo Mama Sabot, alla fine ti lascia con l’amaro in bocca. Tanto per iniziare, per essere un romanzo d’inchiesta sembra poco documentato. Si sa che al poligono militare di Perdas de Fogu, in Sardegna, si sperimentano armamenti di tutti i tipi. Si sa che intorno a questo poligono vengono conclusi un bel po’ di affari, leciti e illeciti. Si sa che molte persone hanno accusato patologie, a volte mortali, legate alla presenza del poligono.
Queste cose si sanno già, soprattutto in Sardegna, e da un romanzo d’inchiesta ci si aspetta un approfondimento, una qualche rivelazione scottante. Invece l’argomento sembra essere trattato superficialmente.
Un esempio concreto: nel romanzo viene coinvolto un certo politico, di cui non si fa il nome ma che è facilmente identificabile. Questo politico, parlamentare ed ex ministro con attuali incarichi istituzionali, ha un certo peso nella politica Sarda e, a quanto si dice nel romanzo di Carlotto e Mama Sabot, fa da garante per un comitato di industrie, aziende e militari (che viene definito il “combinat”) che fanno affari intorno al poligono di Perdas de Fogu. Un minimo di approfondimento avrebbe voluto che di questo politico si menzionasse la vecchia appartenenza alla P2 e gli strani rapporti con faccendieri sardi, membri della Banda della Magliana, portavoce di mafiosi di spicco e coinvolgimenti ambigui nel fallimento del Banco Ambrosiano e dell’omicidio Calvi. Di tutto ciò nel romanzo non se ne fa menzione.
Per il resto il romanzo si legge tutto d’un fiato, è ben scritto (si nota lo stile asciutto e cinico di Carlotto) e avvincente. I personaggi sono le solite “carogne” di Carlotto e non ci sono eroi e santi.
Una buona lettura dalla quale non bisogna spettarsi più di tanto.