Premessa n. 1: Al momento non riesco ad individuare un allenatore che possa cambiare le sorti di questa juventus
Premessa n. 2: Mancini non mi fa impazzire (a dire la verità nessun allenatore mi fa impazzire…).
Tuttavia… mi fanno imbestialire i “NO” dei tifosi Juventini a questa o quella ipotesi per la panchina bianconere. In particolare non mi vanno giù i NO a Mancini. E’ vero, bei capelli in passato si è lasciato andare a numerose dichiarazioni anti juventine, ma gli posso riconoscere le attenuanti generiche. Di fatto nessun allenatore che sia passato per milano, sponda onestoni, negli anni della triade si è mai speso in elogi e complimenti nei confronti della Vecchia Signora. Tutt’altro. L’ambiente era quello, le influenze pure, le pressioni (soprattutto mediatiche) anche, pertanto non mi scandalizzano le affermazioni anti juventine del Mancini di quegli anni.
Allo stesso tempo non riesco a dimenticare i tanti “NO” contro Capello e soprattutto il “Maiale non può allenare” contro Ancelotti. Capello è stato un grande, e Ancelotti, se non fosse stato per l’acquazzone di Perugia è per il cambio di regole che favorì la Roma di Nakata, avrebbe vinto due scudetti in due anni (persi entrambi per un punto). Tra l’altro Ancelotti giocava con un Del Piero zoppo e il Van Der Sar peggiore della storia.
Per non parlare dei “NO” al primo Lippi. In quegli anni i tifosi Juventini (provate a ricordare) preferivano di gran lunga il “vincente” Tardelli, piuttosto che l’esonerato dal Cesena Marcello Lippi.
Morale della favola: a parte Zeman, e forse Mourino, non c’è allenatore che non meriti la Juve per colpa di qualche dichiarazione passata.
Mancini l’ha detto chiaramente, a un processo tra l’altro. Erano cose dette tanto per dire. In quegli anni funzionava così. Con la stampa, la TV e qualche dirigente dai denti marci che aizzava la folla.
Basta con questi “NO”.
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Malafede
Si, è in malafede quel giornalista di un noto quotidiano nazionale che riporta questo virgolettato di Andrea Agnelli: “Calciopoli mi annoia”. E lo riporta come titolo per il suo pezzo. E’ in malafaede perché Andrea Agnelli ce l’aveva con Moratti che parla di Calciopoli, e dopo essersi letti l’articolo la cosa salta fuori. Allora perché quel titolo.
Andiamo per ordine. Moratti, in effetti, annoia. Oppure fa incazzare, dipende.
A me personalmente suscita questo sentimento: la rabbia. Ognuno tira acqua al proprio mulino, ma ormai è evidente che se alla Juve non erano santi, all’Inter troppi peccati sono stati perdonati.
Per quanto riguarda il giornalista in malafede: Attaccare sotto traccia la Juve con questi mezzucci da quattro soldi, oggi come oggi, fa ridere. Di cosa si ha paura? Di non far apparire Moratti “un signore”, uno simpatico? Si ha paura di riabilitare la Juve? Si ha paura di dover rinnegare quindici anni di campagna stampa “contro”?
Tranquilli, il sentimento popolare che ha partorito Farsopoli c’è ancora tutto: la Juve rubava. Continuate a bearvi di questa menzogna.
Ma non pretendiate di farci cambiare idea.
C’è chi parla ancora dei “Soliti svarioni difensivi”
Ieri, mentre guardavo Juventus – Lecce, dopo l’unico errore di Grygera ho pensato che sicuramente oggi qualcuno avrebbe fatto riferimento ai “Soliti svarioni difensivi”. Ho sbagliato: non è stato necessario aspettare oggi. Già ieri qualcuno nelle TV del biscione ha fatto riferimento agli SSD, Soliti Svarioni Difensivi (divenuti ormai luogo comune). Ma dico io: in una partita dove si fanno quattro goal; si gioca costantemente all’attacco; si tiene il pallino del gioco (a proposito di luoghi comuni…); si creano occasioni da goal a ripetizione… in una partita del genere c’è qualcuno che ricorda i “Soliti Svarioni Difenisivi”? E basta! Se usiamo questo criterio, l’Inter vincitrice per 1 – 0 ieri a Cagliari ha una difesa colabrodo, viste le numerose azioni degli isolani! I luoghi comuni sono duri a morire. Così come i pregiudizi e la malafede.
La verità di Delneri
L’anno scorso mi incazzavo come una bestia ogni volta che in conferenza stampa il giocatore di turno, o l’allenatore, dichiaravano “siamo ancora in lizza per lo scudetto”, “non dobbiamo mollare”, “la champions non è persa”, “scenderemo in campo per vincere”, “possiamo vincere l’europa league”, “possiamo vincere la coppa italia”. Proclami su proclami.
E poi sappiamo come è andata a finire: settimi in campionato e fuori da tutte le competizioni nazionali e internazionali. Ma a guardar bene già dal girone d’andata si poteva intuire quale sarebbe stata la sorte della Juventus. Una squadra spompata, senza stimoli, dominata dalla paura e zeppa d’infortuni.
Ho apprezzato la lezione di sano realismo che Del Neri ci ha propinato qualche settimana fa. “La Juve non è da scudetto”. Vero, giusto. Fa male, ma è così. Come possiamo considerarci una squadra da scudetto con i terzini che ci ritroviamo (e dire che ci credevo in Marco Motta, mentre De Ceglie è dall’anno scorso che non mi sembra all’altezza). Come possiamo cercare di competere con Inter, Milan, e forse anche Roma (nonostante le recenti batoste), quando dobbiamo affidarci a San Del Piero, sperare che Quagliarella impari a fare i gol facili, Amauri torni definitivamente dalla crociera e Iaquinta riesca a fare bene tre partite consecutive?
Con un Felipe Melo che un giorno sembra un fenomeno e l’altro rischia l’espulsione o l’assist all’attaccante avversario. Con un Marchisio spaventato e un Acquilani che “ancora non si sa”.
Bravo Del Neri, hai detto bene. Non siamo da scudetto e vadano a quel paese tutti quelli che dicono che la Juve deve giocare sempre per vincere. A forza di sottolineare l’ovvio l’anno scorso siamo arrivati settimi. E anche se può sembrare una parolaccia, iniziamo ad imparare un po’ umiltà. Poi, non è detto che i miracoli non accadano (e Krasic, dopo la tripletta di ieri, inizio a consideralo tale), ma questa è un’altra storia.
La retorica del tifoso
Basta, non ne posso più. Non sopporto più la disapprovazione dei tifosi Juventini nei confronti della nuova dirigenza. Ogni acquisto viene bocciato, ogni cessione giudicata, ogni azione analizzata.
Questo e quello non sarebbero “giocatori da Juve”. Mi spiegate chi sarebbe un giocatore da Juve? Facile dirlo, uno dei tanti campioni che non si muovono se non gli dai 7 milioni di euro di ingaggio. Guardate in faccia la realtà: questi campioni la Juve non se li può permettere, e non se li potrà più permettere finché non metterà nuovamente piede in champions league, possibilmente in pianta stabile. Dzeko è da Juve? Certo che lo è, ma è promesso al Bayern di Monaco, e c’è di mezzo la Volkswagen, che qualcosa in più della Fiat conta.
Sbagliato vendere Diego? Ma se l’hanno scorso ha fatto vedere a malapena il broncio. Il Diego visto fino ad oggi vale un Miccoli qualsiasi, e con certi campioncini non si va lontano. Così come è inutile e penoso continuare a rimpiangere Giovinco, che ha avuto due anni di tempo e tre allenatori diversi per dimostrare di meritare una maglia da titolare, senza riuscirci. Addirittura si rimpiangono Candreva e Caceres, il primo riserva nell’udinese e il secondo nel Barcellona, che poi lo ha svenduto.
Tra un po’ inizieranno le barricate per Momo Sissoko, che da quando è alla Juve ha giocato decentemente nei primi quattro mesi, per poi smarrirsi.
In molti invocano il ritiro della maglia 17, quella di David Trezeguet. E allora perché non ritirare quella di Ciro Ferrara, o quella Zidane, oppure quella di Boniperti o Bettega, o quella di Nedved?
Ecco, Nedved, appunto. Allora si che c’era motivo di invocare un prolungamento del contratto, invece ho visto più gente mobilitarsi per Giovinco piuttosto che per la furia ceca.
E poi: Quagliarella non è da Juve (lo è Borriello, forse?, o Pazzini?). Bonucci è troppo leggero…
E Del Neri. Non sarebbe un vincente. Lippi lo era prima di arrivare alla Juve? Lo era Trapattoni? Lo era Capello quando iniziò ad allenare il Milan? o Sacchi?
Insomma, basta. Basta lamentarsi.
La situazione è questa: abbiamo una nuova dirigenza e un nuovo staff tecnico. Tornare a vincere sarà fin troppo difficile. L’Inter ci ha messo venti anni e tutti sappiamo come. La Juve speriamo ci metta meno tempo, ma qualcuno si ricorda i 10 anni senza scudetto? Quando avevamo Boniperti presidente e l’Avvocato impegnato in prima persona.
Quando si parte da zero, è difficile risalire. Abbiamo già fatto fuori una dirigenza incompetente, non bocciamo subito questi nuovi. Diamogli almeno il tempo di ambientarsi.
Alla Juve l’unico obiettivo è la vittoria. Siamo la Juve. Ci vuole gente da Juve. Tutta retorica. Tutti slogan da tifosi.
Guardiamo alla realtà delle cose. E che diamine!
Pensieri di mezza estate sulla Juventus
A un mese dall’inizio del raduno della nuova Juventus targata Del Neri/Marotta, rimango sempre più convito del fatto che la prossima sarà l’ennesima stagione di transizione. Sicuramente le cose andranno meglio dell’anno scorso, ma sarà difficile non chiudere la stagione con “zeru tituli”.
L’Inter rimane su un altro pianeta. Roma e Milan non si sono rafforzate ma neanche indebolite. Sampdoria, Palermo e Napoli sono li, sempre competitive.
Sulla carta la Juve è quella che in questa sessione di mercato ha fatto più di tutti. Ma partiva da una situazione disastrosa: giocatori mediocri da sostituire; ex giocatori a fine carriera; campioni pagati a peso d’oro e che si sono poi rivelati dei bidoni.
Quest’anno non è ancora arrivato nessun vero campione. C’è da dire che un giocatore può diventare campione alla Juve. E’ successo con Chiellini e Camoranesi, per esempio. Chi dice che non possa succedere con Bonucci e Martinez, o Pepe? O Motta, che tra i nuovi arrivati mi sembra il più promettente. Sono pochi in Italia i difensori che sanno saltare l’avversario in dribbling, come fa lui.
Detto questo, non si può sperare di rimanere competitivi schierando un Grygera sulla fascia destra, o senza un vero centrocampista di quantità/qualità a centrocampo. Non lo è Marchisio, buon gregario ma difficilmente determinante (vero Lippi?). E non lo sono Felipe Melo e Sissoko, salvo miracoli.
Veniamo a Diego. Per quello che ha fatto vedere l’anno scorso, anche nelle migliori occasioni, e in questo scorcio di inizio stagione 2010, non vale più di un Miccoli o di un Di Natale qualsiasi. Buoni giocatori, a volte ottimi, ma non veri campioni. Anche qui salvo miracoli.
Si può fare ancora qualcosa? Certo, il mercato è ancora aperto, e Marotta lo ha detto chiaramente. Ma sarà difficile vedere realizzati uno dei tanti obiettivi top, di quelli che servono a far vendere copie ai giornali.
Dzeko costa uno sproposito, e se per caso arrivasse (per intervento divino) vorrà dire che non potremmo permetterci l’altro rinforzo di qualità che la difesa reclama. E che non può essere Burdisso. In quel reparto abbiamo già Chiellini, Bonucci e Legrottaglie. In quel ruolo serve una riserva, non un altro titolare, altrimenti rischiamo di bruciare Bonucci, il che non avrebbe senso. Non è stato preso per farlo accomodare in panca.
Serve come il pane, invece, un altro terzino sinistro. Uno buono. Purtroppo Kolarov, il migliore disponibile in quel ruolo, è sfumato definitivamente. Drenthe è un altro Felipe Melo, caratterialmente parlando. Già ne dobbiamo psicanalizzare uno, due sarebbero troppi. Se ci teniamo Sissoko e Melo, inutile andare a cercare un altro centrocampista centrale. Ne Mascherano, ne D’Agostino, ne Xabi Alonso, ne Palombo possono arrivare alla Juve. C’è qualche centrocampista disponibile a buon prezzo e migliore di quelli che abbiamo già? Risposta: no.
Krasic invece lo prenderei, sempre che non arrivi Dzeko, altrimenti la norma/dispetto varata da Abete sugli extracomunitari ci obbliga a fare una scelta. E, dovendo scegliere, Dzeko vince.
Le cessioni. Io un Poulsen lo terrei, nonostante l’ingaggio da manibucate regalato da Secco. E’ pur sempre un buon rincalzo. Farei di tutto invece per liberarmi di Grosso, Camoranesi e Zebina. Sarei perfino disposto a rimetterci. Guadagnano troppo e ormai rendono troppo poco. In più mettono in agitazione la tifoseria e rompono le scatole nello spogliatoio (tranne Grosso, forse). Mentre valuterei bene la posizione di Trezeguet, specie se non si riesce ad arrivare a Dzeko.
Amauri ci tocca tenercelo. A meno che qualche benefattore non decida di rilevarne l’ingaggio e pagarne il residuo da ammortizzare (altrimenti diventa una minusvalenza sicura in bilancio, e non possiamo permettercelo). Ma la vedo dura. Speriamo, se non altro, che possa tornare definitivamente dalla crociera. Giusto il tanto da garantire una quindicina di gol. Rispetto all’anno scorso sarebbe un successo.
Abbiamo trovato il nuovo Di Livio?
Lo vedo salire e scendere lungo la fascia, sia destra che sinistra, è in questo mi ricorda un certo Soldatino, giocatore umile che qualche anno fa contribuì alla costruzione di una delle squadre di calcio più forti di tutti i tempi.
La squadra era la Juventus dei Montero, Zidane, Del Piero, Jugovic, Torricelli, Ravanelli, Conte… e il Soldatino era quell’Angelo Di Livio, infaticabile corridore, padrone della fascia, dispensatore di cross e prezioso elemento di raccordo tra i reparti.
Simone Pepe mi ricorda Angelo Di Livio. Certo, non sono uguali, e anche la juventus di allora era diversa da quella di adesso. Di Livio era più veloce, le sue partenze da fermo erano brucianti e i suoi recuperi puntuali e precisi. Simone Pepe vince in progressione, potenza fisica e senso del gol. Ma l’impressione di possedere la forza e i polmoni per dominare la fascia è la stessa.
Di Livio non era un fuoriclasse, ma era un grande. Nei commenti dei tifosi Juventini si sente dire fino alla nausea che Simone Pepe non è un fuoriclasse, ma soltanto un buon giocatore. Se è quello visto ieri sera contro il Paraguay, Pepe è un ottimo giocatore. Non sarà un fuoriclasse, ma la Juve vinse la Champions con Torricelli milgiore in campo.
Non dimentichiamolo.
Juventus: non aspettiamoci i fuoriclasse…
Inutili, totalmente inutili, le lamentele di molti, troppi tifosi Juventini i quali, prima ancora di bocciare le prime mosse della nuova dirigenza bianconera riguardo le strategie di mercato, dovrebbero affidarsi a un po’ di sano realismo (vedi articolo precedente).
Dimentichiamo nomi altisonanti e pezzi da novanta. E smettiamo di dire in continuazione “Non è un giocatore da Juve”. In questo momento i giocatori da Juve sono i Palombo, i Pazzini, i Bonucci (e sarebbe già grasso che cola) e qualche altro straniero di seconda fascia.
I pezzi da novanta non vanno a giocare l’Europa League, e non vanno a prendere 3,5 € di ingaggio.
Quando anche un “normale” Krasic (che sarebbe un buon sostituto di Nedved) dice che se dovesse cambiare squadra vorrà comunque giocare la Champions, mettiamoci il cuore in pace e dimentichiamo i Riberì, i Robben, Fabregas… ma anche Dzeko, Benzema.
Ed anche pretendere di arrivare a qualche giovane di belle speranze, alla Di Maria per intenderci, sarà molto, troppo difficile avendo alle porte un mondiale di calcio che farà inevitabilmente lievitare i prezzi di quelli che riusciranno a far vedere qualcosa di buono.
Sarebbe da pazzi infatti cedere ora un giovane talentuoso di 22 anni, sapendo che se dovesse comportarsi bene al mondiale (e magari far parte della compagine vincente), vedrebbe crescere a dismisura il suo valore di mercato.
Mettiamoci il cuore in pace.
Facchetti: gli sciacalli della memoria
Sciacallaggio al contrario, o di riflesso. Ecco di cosa si tratta. Mettendo un attimo da parte le esternazioni quotidiane di Gianfelice Facchetti, che in quanto figlio del compianto Giacinto gli si può perdonare la mancanza di senso della misura (sarebbe utile capire chi sono i “quattro barboni” che attaccano il ricordo del padre), ritengo vergognose e immorali le esternazioni quotidiane in difesa della memoria del celebre presidente dell’Inter, scomparso poco dopo i fatti di Calciopoli.
Tutti pronti a gridare “Giù le mani da Facchetti”. Tutti pronti a sparare raffiche di “sciacalli” al vento. Ma i veri sciacalli sono loro. Nessuno, NESSUNO, di quelli che in questi giorni stanno esaminando e commentando le intercettazioni telefoniche scovate dalla difesa di Moggi (buona parte delle quali vedono proprio Facchetti quale interlocutore di designatori vari), si è mai sognato di dire che Facchetti era un farabutto, o un poco di buono, o un disonesto, per chiamare le cose con il proprio nome.
Tutti, da Moggi all’ultimo dei tifosi Juventini, sono concordi nel dire che Facchetti era un galantuomo. E’ la premessa standard di qualsiasi discorso che abbia a che fare con i fatti di Calciopoli 2. Oltre che una verità storica è diventato quasi un luogo comune. Facchetti era un galantuomo. Siamo tutti d’accordo. Punto. Che bisogno c’è di difenderne la memoria a spada tratta o di cecchinare in continuazione qualsiasi commentatore si permetta soltanto di pronunciare il suo nome?
E’ una forma di difesa isterica, diciamolo, una coda tra le gambe che non riesce a rimanere ferma.
Un muro dietro il quale nascondersi.
E questo è vero sciacallaggio. Difendetevi con argomenti validi, non nascondendovi dietro una bara. Lasciate in pace i defunti, nessuno li accusa. Cercate di difendere, se ci riuscite, le vostre azioni e le vostre responsabilità. Il vostro definirvi paladini degli onesti.
Il Re è nudo. E vivo. Difendete quello.
Un nuovo argomento per questo blog: la Juventus
Mytom.it ha subito in pochi anni diverse trasformazioni. Nato inizialmente come sito dedicato a sfondi e temi per cellulari windows mobile, è diventato successivamente un sito di news sulla telefonia, poi sulla teconologia, poi di opinioni. Fino alla trasformazione completa in blog dedicato a “tecnologia, letture, opinioni”. Dopo ogni trasformazione ho perso un certo numero di utenti, che ormai raggiungono a stento i 100 unici giornalieri (visitatori provenienti da google che, tra l’altro, solitamente finiscono nelle vecchie pagine del sito). Un disastro, se si considera che meno di due anni fa viaggiavo alla media di 800 unici al giorno.
Bene, dopo questa noiosa premessa (chissà quanti altri utenti nel frattempo avrò perso definitivamente…), vengo al nocciolo della questione: a “tecnologia, letture, opinioni” aggiungerò “Juventus”.
Ebbene si, sono anch’io, come qualche altro milione di tifosi di calcio, uno Juventino frustrato. Uno di quelli che sopportò con rassegnazione le decisioni della giustizia sportiva scaturite dai fatti di Calciopoli. Uni quelli, pochi a dire il vero, che ritennero opportuno non contestare le “motivazioni” relative alle sanzioni comminate nei confronti della Vecchia Signora.
Uno di quelli che, a seguito di tutto quello che sta emergendo in questi giorni, hanno avuto modo di ricredersi e dare, in parte, ragione agli altri. Quelli che battezzarono quello scandalo “Farsopoli”.
D’ora in avanti i post relativi alla Juventus, Calciopoli/Farsopoli e calcio in generale compariranno con sempre maggior frequenza all’interno di questo Blog.
E pazienza se perderò qualche altra decina di utenti.
Tanto peggio di così…