Questo romanzo/saggio/inchiesta e libro di memorie di Giovanni Maria Bellu parte da una specie di leggenda metropolitana sarda: l’ipotesi che il presidente dell’argentina Juan Peron non fosse altro che un emigrante di Mammoiada di nome Giovanni Piras, rifugiatosi nell’anonimato per evitare l’arruolamento.
Certo le coincidenze illustrate nel libro sono tante, le fonti parrebbero attendibili e l’intera storia, che attraversa un secolo fatto di miseria, dittature, complotti, emigrazioni e riscatti, viene spesso alleggerita dalle meorie autobiografiche dell’auotore.
L’autore: giornalista di Repubblica, salito alla ribalta per l’inchiesta sui “Fantasmi di Porto Palo”, Giovanni Maria Bellu è prima di tutto un sardo. Un Sardo dell’interno, e di sinistra. Con un padre avvocato, protagonista del romanzo, nonchè dichiaratamente e nostalgicamente fascista. Una storia dentro la storia.
Con un finale a sorpresa. Drammatico.
Un bel libro, leggero, godibile, scritto bene. Addirittura un capolavoro per Curzio Maltese.
Per me l’ennesima dimostrazione della rinascita culturale Sarda di questo inizio secolo.