Con La Promessa, Giovanni Cocco riprende il progetto inaugurato con La Caduta, romanzo pubblicato nel 2013 e finalista del Premio Campiello. La Caduta è una sorta di romanzo apocalittico contemporaneo, che partendo dalle tante piccole apocalissi che hanno caratterizzato queste prime due decadi del ventunesimo secolo (tsunami, uragani, incidenti, rivolte, scandali) disegna uno scenario che vede nella complessa decadenza della civiltà umana – in particolare di quella occidentale – il prodromo di una fine dei tempi sempre più vicina.
La Promessa è il secondo di quattro romanzi rientranti in questo progetto work in progress denominato Genesi. Come ci informa Cocco nella sua nota finale, a quanto pare una sorta di crisi di ispirazione ha fatto si che un bel po’ di materiale, inerente ben altri temi, sia stato alla fine scartato dall’autore in favore di un quasi istant book sulla vicenda del Volo 4U9525 della Germanwings, partito da Barcellona con destinazione Düsseldorf, e fatto schiantare dal copilota Andreas Lubitz sul massiccio dei Trois-Évêchés, nel versante francese delle Alpi.
Questo tragico evento ha fatto scattare in Cocco quella “molla” che l’ha convinto a mettere da parte quanto scritto fino a quel momento e ad occuparsi di Andreas Lubitz e del suo drammatico gesto. Il protagonista, evidente alter ego dello scrittore, è un maturo giornalista francese – prestatosi temporaneamente all’insegnamento – dalla complicata vita sentimentale e alle prese con una strisciante depressione, che gli causa tra l’altro devastanti attacchi di panico.
Attratto dalle ipotetiche ragioni che hanno spinto Andreas Lubitz a causare la morte di 150 vittime innocenti, decide di trasferirsi dalle parti del disastro (come ha fatto nella realtà lo stesso Cocco) e da lì provare a indagare sulla storia personale del giovane pilota tedesco.
Un po’ romanzo narrato in prima persona, un po’ indagine giornalistica, La Promessa si legge velocemente, senza cadute di ritmo. Scritto bene, con precisione quasi artigianale, non viene mai meno la voglia di proseguire nella lettura, anche se, bisogna dirlo, alla fine si rimane con l’amaro in bocca. Come se il romanzo, di punto in bianco, sia stato frettolosamente chiuso dall’autore per mancanza di idee, o per stanchezza. Alla fine, quindi, pur trattandosi di una buona lettura, rimane la delusione dovuta alle aspettative create dall’ottimo La caduta. Una sorta di deviazione dal percorso tracciato dallo stesso Cocco, che nel portare avanti questo ambizioso progetto spero possa ritrovare la strada maestra.
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Giovanni Cocco, La Caduta
Autore scovato per caso su Amazon, Giovanni Cocco ha scritto un romanzo apocalittico, nel vero senso della parola, pur descrivendo eventi presenti e passati, ed accennando soltanto di squincio a un paio scenari ambientati in un futuro che può essere l’oggi. Apocalittico perché il libro delle rivelazioni viene citato e utilizzato quale fonte di ispirazione per questo imponente affresco contemporaneo, dove eventi e cataclismi già avvenuti introducono e caratterizzano quella che sarà/è la fine dei nostri tempi.
Romanzo ricco di personaggi e punti di vista, narrati in prima o in terza persona, sullo sfondo le tragedie planetarie e simboliche che hanno caratterizzato l’inizio di questo ventunesimo secolo: tsunami nell’oceano indiano, primavere arabe, crisi globale, uragano Katrina, naufragio della Costa Concordia, attentati a Londra e strage nell’isola di Utoya, giusto per citarne alcune.
Libro che si legge tutto d’un fiato, senza mai un calo di ritmo, una pausa, una caduta di stile.
Lettura consigliata e autore da tenere sott’occhio.