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Pensieri liberi sulle fonti energetiche

Ieri, su Affari e Finanza di Repubblica, ho letto un articolo sulle imprese italiane che operano nel settore dei pannelli fotovoltaici. Il quadro della situazione non è dei migliori: benché la domanda sia in forte aumento e i fatturati pure, l’Italia fa la figura del nano rispetto a altre nazioni, come Giappone, Spagna (che godono di un irraggiamento solare simile a quello italiano) e Germania, e qui cascano le braccia. In Germania il cielo è normalmente nuvoloso, e quando non ci sono le nuvole c’è lo smog. E quando non ci sono entrambi, il giorno dopo piove.
Infatti i tedeschi vengono in vacanza i Italia e li vedi andare in giro in bermuda, sandali e canottiera da marzo a ottobre inoltrato.
Voi vi starete chidendo perché in Italia non si investa sul fotovoltaico. Secondo me la risposta è abbastanza semplice. Illustri economisti dibattono sul fatto che in Germania gli incentivi sono organizzati meglio, la produzione sia migliore e di conseguenza i prezzi più bassi. Secondo me invece il problema sta nel fatto che, molto semplicemente, l’Italia è più povera della Germania. Gli stipendi sono più bassi, pertanto investire 10.000 € per mettersi i pannelli sul tetto, in italia equivale a investire da metà a 1/3 del reddito annuo. In Germania equivale a investirne 1/4 o un 1/5 del reddito medio annuo. Per lo stesso motivo in Italia l’automobile più diffusa è la punto, mentre in Germania se la giocano Golf e BMW serie 3. Secondariamente, in Italia a fine mese devi pagare un sacco di cose, in Germania le stesse costano di meno, a cominciare dall’energia elettrica, che da loro si avvantaggia di quella manciata di centrali nucleari ancora in funzione.
Ops, toccato un tasto dolente. Tanto per essere chiari e divagare un po’: l’uscita dell’Italia dal nucleare è stato uno sbaglio enorme. Se proprio si doveva fare qualcosa, all’indomani della tragedia di Chernobil, sarebbe stato sufficiente congelare il programma nucleare, non smantellarlo totalmente. Lasciare in vita le centrali nucleari esistenti, smantellare la più vecchia (Latina) e ultimare quella in costruzione (non ricordo se Caorso o Montalto di Castro). Se non altro l’Italia avrebbe continuato a fare ricerca e magari saltava fuori un genio alla Fermi che risolveva il problema delle scorie. Non dimentichiamo che Rubia aveva proposto un reattore nucleare al Bario (costa di meno ed è più abbondante dell’uranio, non serve a fare le bombe atomiche, e più sicuro e il decade molto più in fretta). Magari l’avremmo costruito in Italia, avremmo fatto una bella figura e saremmo riusciti a esportare una tecnologia che avrebbe aiutato tutti a vivere un po’ meglio.
Cosa c’entra questo post con il sito Mytom?
Assolutamente niente, ma mi andava di parlare di questa cosa.