Interessante raccolta di saggi presentata dallo scienziato, divulgatore scientifico e romanziere Jim Al-Khalili. Dico subito che si tratta di testi relativamente semplici, alla portata di chiunque, anche se in un paio di capitoli il livello di complessità sale leggermente. Si parla di alieni, o comunque di vita extraterrestre, e lo si fa dando la parola a una ventina di specialisti diversi, tra i quali qualche italiano. Il bello di questa raccolta è che finalmente si esplorano argomenti quasi mai trattati da altre pubblicazioni di questo tipo. Particolarmente interessante, da questo punto di vista, il capitolo intitolato Alieni sulla Terra: cosa può dirci il polpo sulla coscienza. Attenzione: quanto esposto in questo capitolo non c’entra nulla con quelle buffe teorie secondo le quali i cefalopodi potrebbero essere frutto di esperimenti di ibridazione con DNA alieno. Tutt’altro: si vuole dimostrare, con un esempio di facile comprensione, quanto possa essere diversa dalla nostra l’intelligenza da quella di eventuali forme di vita aliene, intelligenza che troppo spesso cinema e letteratura descrivono in chiave antropocentrica. A proposito di cinema e letteratura, non manca una critica all’immaginario fantascientifico, spesso vittima dell’antropocentrismo di cui sopra, per finire poi nell’analizzare i casi più celebri, e sospetti, riguardanti incontri ravvicinati dal primo a quarto tipo. Continua a leggere
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Paul Davies, Uno strano silenzio. Siamo soli nell’universo?
L’unico grande difetto di questo saggio dell’inglese Paul Davies, fisico del SETI e divulgatore scientifico, è quello di essere stato scritto nel 2002, e quindi di non essere aggiornato rispetto alle nuove scoperte relative agli esopianeti, o più in generale a tutto ciò che potrebbe riguardare la vita oltre la nostra atmosfera.
Dico subito che Paul Davies è un Divulgatore con D maiuscola: sa come far appassionare il lettore a tematiche tutto sommato ostiche, senza chiedergli uno sforzo intellettivo superiore a quello che ci si aspetterebbe da uno studente delle scuole superiori. Le pagine del suo libro scorrono bene, pur trattando argomenti complessi, e raramente ho avvertito la necessità di tornare indietro di qualche pagina per cercare di capire ciò che mi passava sotto gli occhi. Attenzione: non voglio dire che siamo di fronte a un libro semplice. Se lo si legge distrattamente è possibile che alcuni concetti non vengano del tutto compresi. Ho letto ad esempio la recensione di uno scienziato nostrano che ha evidentemente travisato le conclusioni di Davies (che non voglio spoilerarvi, ma che – diciamo – non sono propriamente ottimistiche…), probabilmente perché si è limitato a sfogliare il libro, oltretutto con la puzza sotto il naso… Continua a leggere
David F. Duffy, La strana storia dell’androide Philip K. Dick
Attorno al 2003 un gruppo di persone provenienti da esperienze diverse misero insieme le proprie abilità per dare vita a un progetto alquanto singolare: la creazione di un androide dotato di intelligenza artificiale con le sembianze di Philip K. Dick. I principali partecipanti al progetto erano lo scultore David Hanson e gli informatici Art Graesser e Peter Olney. Il primo era attivo nel campo della robotica antropomorfa, mentre gli altri due si occupavano di programmazione e intelligenza artificiale. Il risultato fu la creazione di un androide dal volto sinistramente identico a quello di Philip Dick, che poteva interagire con le persone, conversare e rispondere alle domande in puro stile dickiano. Al progetto venne dato un certo risalto sia in ambito scientifico che a livello puramente mediatico, tanto che la cosa attirò l’attenzione di Google. Proprio durante un viaggio in aereo con destinazione Mountain View, in California (la sede di Google), la “testa”, ossia la componente principale e tecnologicamente più evoluta dell’androide, venne misteriosamente e definitivamente smarrita, mettendo così la parola fine al progetto. Continua a leggere
Amedeo Balbi, Dove sono tutti quanti?
Anche questo libro, come tanti altri (questo il mio preferito), nell’affrontare la questione dello sviluppo della vita al di fuori del pianeta Terra, parte dal celebre Paradosso di Fermi.
Argomento affascinante e divisivo come pochi, e basta farsi un giro per i social per capire quanto possano accendersi gli animi nel trattare una materia così complessa e, se vogliamo, “alla moda”.
Il libro del giovane divulgatore Amedeo Balbi, scritto benissimo e approfondito il giusto (tranquilli, non ci sono equazioni o formule astruse da decifrare), non aggiunge più di tanto a quanto già scritto e già letto in passato, a parte l’interessante capitolo che prende in considerazione le sempre più frequenti scoperte in materia di esopianeti.
Numerosi i riferimenti autobiografici, che l’autore utilizza come spunto di partenza per approfondire le tante questioni prese in esame. Tale espediente alleggerisce la lettura, quasi romanzesca in alcuni punti, e grazie anche al numero di pagine non eccessivo, si finisce per leggere il libro tutto d’un fiato.
Ottima l’appendice finale intitolata “Per continuare a esplorare“, ricca di riferimenti bibliografici e risorse per chi vuole approfondire ulteriormente l’argomento.
Detto questo, libro consigliato agli appassionati del genere e non, ma soprattutto ai seguaci del fenomeno ufo: questa è scienza, non fantascienza 😉
Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica
Dico la verità: da questo libro, letto il titolo e trascurata la sinossi, mi aspettavo una sorta di ripasso delle lezioni di fisica delle superiori, tipo il moto rettilineo uniforme, l’accelerazione centripeta e le tre leggi della dinamica. No, niente di tutto ciò. Qui le cose si fanno serie, e nelle sette lezioni, oggetto di altrettanti articoli pubblicati nel domenicale del Sole 24 Ore, si affrontano argomenti complessi, apparentemente non alla portata di tutti. Allora come mai, mi sono chiesto, questo libro svetta tra le classifiche dei libri più venduti di Amazon?
Mettendo da parte le prime due risposte abbastanza ovvie (perché è lungo soltanto 84 pagine nella versione cartacea e costa poco, soprattutto se si colgono le offerte Kindle), il successo di questo libro è da ricercare nell’ottimo stile di scrittura dell’autore, nella semplicità dell’esposizione, e nel fatto che gli argomenti trattati, seppur a carattere rigorosamente scientifico, solleticano in modo quasi subliminale certe corde sensibili al trascendente.
E poi, finalmente direi, non si parla dei soliti buchi neri (non soltanto), della solita materia oscura (non solo), o dello scontatissimo Bosone di Higgs (anche di quello, ma a margine). Si affrontano argomenti abbastanza inediti nel panorama della divulgazione scientifica a larga diffusione. Personalmente, mi hanno colpito alcune riflessione sui geni che hanno rivoluzionato la fisica a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo e, venendo al sodo, l’illustrazione di alcune particolari teorie riguardanti il fluire del tempo e la composizione dell’universo basata su grani di spazio.
Ammetto tuttavia di non aver propriamente capito tutto, e in questo non hanno certo aiutato le mie abitudini di lettura (la sera sul divano con la TV accesa; a letto prima di dormire e la mattina… insomma, avete capito). Oltre a ciò, devo ammetterlo, ho come l’impressione che per la lettura di tematiche così complesse sia preferibile il supporto cartaceo a quello digitale. Non chiedetemi il motivo, però. Urge comunque una seconda e più attenta lettura.
Libro consigliato se siete appassionati di scienza & fantascienza, e anche se non lo siete ma vi piacciono la filosofia e siete sufficientemente curiosi. E, tra l’altro, non è certo indispensabile una preparazione accademica.
Stephen Webb – Se l’universo brulica di alieni… dove sono tutti quanti? Cinquanta soluzioni al paradosso di Fermi e al problema della vita extraterrestre
Argomento affascinante, affrontato senza nessuna concessione ad ipotesi pseudoscientifiche, cospirazioni o teorie del complotto.
Il titolo fa riferimento al celebre Paradosso di Fermi. Durante una conversazione tra scienziati riguardo alla possibilità che nell’universo altre civiltà abbiano sviluppato una tecnologia evoluta, Fermi avrebbe esclamato “Dove sono tutti quanti?”. Di fatto, considerando l’età dell’universo e l’inimmaginabile quantità di stelle e galassie, sembra impossibile non riuscire a scorgere la presenza di civiltà sufficientemente evolute da palesare la loro esistenza.
Qualcosa non torna.
Sthepen Webb illustra le 50 migliori soluzioni al paradosso di Fermi, tutte perlopiù di facile comprensione, utilizzando uno stile di scrittura leggero e divertente, da vero divulgatore. Avrei voglia di svelare la cinquantesima soluzione, formulata dallo stesso autore, e che condivido appieno. Ma nonostante non si tratti di un romanzo, ho la sensazione che commetterei un peccato, uno spoiler che toglierebbe al potenziale lettore il piacere di arrivare alla fine del libro.
Dico soltanto che si tratta della soluzione [attenzione: mezzo spoiler] più plausibile, e forse anche la più triste [fine spoiler]. E questa è scienza, non fantascienza…