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Alessandra Daniele – L’Era del Cazzaro

l'era del cazzaro, di Alessandra DanieleSu facebook mi è capitato più volte di condividere i graffianti articoli di satira e gli “attualissimi” racconti di fantapolitica che Alessandra Daniele pubblica sul sito di “letteratura, immaginario e cultura d’opposizione” Carmillaonline.com. Più volte ho affermato, e qui lo ribadisco, che Alessandra Daniele  meriterebbe di scrivere nei tre o quattro principali quotidiani nazionali, ma in Italia queste cose non accadono: preferiscono continuare a propinarci Amache & Buongiorni sempre più scontati, ovvi e stracciapalle.
L’Era del Cazzaro contiene una raccolta di racconti e articoli di satira al vetriolo dedicati, appunto, al Cazzaro per antonomasia. No, non Berlusconi… Per lo meno non quello vecchio… Quell’altro, suo degno erede, più giovane, e anche peggiore dell’originale.
La scrittura di Alessadra Daniele è pulita, veloce, tagliente. I suoi articoli fanno, ridere, sorridere e riflettere. In più, Alessandra Daniele è una grande appassionata di fantascienza, il che non guasta, e un’esperta di serie televisive. Pertanto occhio alle citazioni, non sempre comprensibili se non si dispone di un certo background culturale “alternativo”.
L’ebook è gratuito,  disponibile qui in tutti i formati. Perché non approfittarne?

Il m5s che non esiste…

Da qualche tempo è in atto, da parte di certa stampa di apparato (in prevalenza piddina), il tentativo di apparentamento ideologico tra m5s e Forza Silvio (lasciamo perdere l’italia, visto che l’ex cav ha sempre pensato ai fatti suoi a discapito del paese). Eppure fino a ieri al governo con lui c’erano loro. Eppure è stato il m5s a porre prima il problema dell’ineleggibilità, e poi quello della decadenza con richiesta di voto palese. Eppure è Grillo che per anni l’ha soprannominato psiconano, definizione ultimamente abbandonata per un più chiaro e diretto “delinquente” o “pregiudicato”. Eppure è stato Letta (nipote) ad ammettere che avrebbe votato B. piuttosto che il m5s. Eppure alle primarie ha vinto Renzie, che è tutto dire. Eppure, eppure, eppure…
Però la cosa funziona, e tu senti per strada gli elettori PD superstiti tacciare quelli del m5s di berlusconismo, fascismo, leghismo e altri ismi con accezione negativa. È un m5s che non esiste, creato ad’hoc e pompato dai media, con la speranza che qualcuno ci caschi.
Poi dicono che TV e giornali non influenzano l’elettorato…

Tirare a campare.

Non bisogna essere fini analisti politici per capire che Letta Nipote e Napolitano tireranno a campare finché morte non li separi… dal resto del paese. Napolitano per sopraggiunti limiti biologici, anche se pare determinato a superare i 100, bontà sua. Letta per sopraggiunti limiti di sopportazione da parte di Renzi, che alla fine ne avrà le scatole piene e scalpitante farà di tutto per mettere da parte il nipote di suo zio.
Oppure, semplicemente, sarà il paese a non poterne più del nulla continuo, della inarrestabile erosione di potere d’acquisto, posti di lavoro, patrimoni, risparmi, fagati e pancreas.
Letta venderà cara la pelle, non c’è dubbio, supportato com’è da quei poteri forti/smorti che l’hanno messo a dirigere la liquidazione del nostro sistema paese. D’altra parte cosa vi sareste aspettati dall’autore di “Morire per Maastricht”?
Letta è la versione ball-less di Monti. Come il bocconiano, Letta prende ordini da Troika, BCE, Merkel e compagnia cantante, ma senza rischiare lo scontro sociale con riforme-disastro in stile Fornero. Letta, diciamo, lavoricchia. Cerca di garantire, parole sue, la stabilità. E quando dice “stabilità” lo fa in tono enfatico, disegnando con la bocca una esse maiuscola.
Ma l’unica stabilità che riesce a garantire, per ora, è quella del suo culo sulla poltrona di presidente del consiglio.
Il fatto è che, come a scuola, c’è più gusto a sfilare la sedia da sotto il deretano del secchione della classe. E Renzi, B., Grillo, L’italia intera (e me stesso, se potessi), fanno a gara a chi riesce per primo nell’ilare gesto.

Perché Berlusconi ha vinto

Questa è la televisione italiana e questo è l’elettorato.
Non mi convince del tutto la scelta di Grillo di disertare i dibattiti televisivi, però trasmissioni come quella di ieri sera ti fanno capire che alla fine non si tratta di una scelta senza senso.
Se uno come B. (con i suoi processi, i bunga bunga, le D’Addario, le figuracce internazionali e vent’anni di mal governo) esce indenne dallo “scontro” con Santoro e Travaglio, mentre basta una puntata di Report per annichilire l’IDV, o due interviste a altrettanti militanti in disaccordo col capo per ridimensionare nei sondaggi il M5S, ti rendi conto del fatto che al l’elettore italiano medio non importa niente di quello che uno ha fatto/farà/propone. Conta invece quello che dice, come lo dice e come gli viene chiesto. Se Grillo, o chi per lui, dovesse accettare di esporre i propri programmi in uno di questi talk show, basterebbe una domanda su Casaleggio, un servizio sulla sua vecchia Ferrari o un’inchiesta sui suoi guadagni per darne una percezione, nell’elettorato, totalmente diversa da quella che poi corrisponde alla realtà. Per questo motivo B. è ancora in piedi e fa più o meno quello che vuole. La gente sa cosa ha combinato, fin nei minimi dettagli, e non c’è domanda, per quanto diretta e imbarazzante, che possa modificarne l’immagine che si è consolidata negli anni. Per tutti gli altri “nuovi” basta un peccato veniale sbandierato in tv per decretarne inesorabilmente la condanna a morte.