Secondo volume della Trilogia del Mondo Nuovo di Alessandro Bertante, Pietra Nera esce a otto anni di distanza da Nina Dei Lupi (finalista allo Strega nel 2011), e precede un romanzo non ancora scritto, ma di cui già si conosce il titolo: L’Armata a Cavallo.
Pietra Nera è ambientato vent’anni dopo gli eventi narrati in Nina dei Lupi (recensione), e ha per protagonista Alessio, giovane guerriero figlio di Nina, “mistica” eroina del primo romanzo. Alessio ha una missione da compiere, missione di cui soltanto nelle ultime pagine scopriremo il fine ultimo, e che lo porterà a lasciare Piedimulo, discendere le montagne in groppa al suo mulo Ombra, attraversare la Pianura Padana e ciò che resta di una Milano post apocalittica, e raggiungere infine il paese di Pietra Nera, nell’Appennino.
Durante il viaggio verrà accompagnato da una giovane e bellissima ragazza, Zara, che lui salverà e con la quale instaurerà un rapporto speciale. Non mancheranno i pericoli, spesso mortali, rappresentati da una natura che ha di nuovo preso il sopravvento, e dalle orde di barbari che seminano morte e distruzione in ciò che è rimasto del Nord Italia dopo La Sciagura.
Scritto con un linguaggio a tratti evocativo, seppur asciutto e stringato, e con i dialoghi ridotti all’essenziale, Pietra Nera piace per le precisa descrizione – quasi pittorica – dell’Italia post apocalittica, della sua natura e delle sue rovine, col Sole perennemente ingabbiato da una sottile ragnatela di nuvole nere e violacee. In questo paese devastato e invaso dalle piante e dalle acque, la popolazione rimasta cerca di sopravvivere e portare avanti un minimo di civiltà. Il carisma dei protagonisti contribuisce a creare un legame profondo col lettore, e la brevità dei capitoli, e dell’opera complessiva, contribuiscono a rendere Pietra Nera una lettura veloce, poco impegnativa e fondamentalmente piacevole, sia che lo leggiate sul divano o sotto l’ombrellone, che siate giovani o maturi… E non è, fortunatamente per il sottoscritto, uno young adult…