Non un romanzo e neanche un saggio, La Fine del Mondo Storto di Mauro Corona non è altro che una bella fiaba senza lieto fine. Il tema apocalittico, il solito tema apocalittico verrebbe da dire, è stato sviluppato da Corona senza l’ausilio di presupposti scientifici o di analisi sociologiche.
Semplicemente, Corona immagina che un giorno, d’improvviso, i combustibili fossili spariranno dalla faccia della Terra, con tutte le conseguenze nefaste che del caso.
Corona auspica un ritorno dell’uomo alla natura, sennonché è proprio natura, in questo caso quella “umana”, scientificamente votata all’autodistruzione.
Non che Corona abbia tutti i torti: l’uomo è irrimediabilmente un coglione, per dirla con parole sue.
Lettura leggera, a tratti divertente, a volte ripetitiva. Gradevole lo stile di scrittura, anche se a volte l’autore indugia un po’ troppo in elenchi e sinonimi.
Tutto sommato vale la pena affrontare la lettura di questo libro, consci del fatto che non si è di fronte a un capolavoro, aggettivo utilizzato per altre opere passate di Corona, che io non ho ancora avuto occasione di leggere. Un buon libro, niente di più e niente di meno.