(29.07.2016) Il racconto è stato pubblicato nell’antologia L’Altro, edita dal Sito Visual Letterario Bravi Autori.
(22.06.2016) Presentato senza nessun risultato apprezzabile per il contest #RaccontiDistopici, indetto da Wired, il racconto è stato ripescato e rivisto per il concorso L’Altro, indetto dal sito Visual Letterario Bravi Autori, dove invece ha ottenuto semaforo verde. Se l’antologia verrà completata, dovrebbe andare in pubblicazione. Speriamo bene…
(21.06.2015) Da qualche settimana lavoro a questo racconto. Abbozzato in meno di un’ora, ho subito raggiunto le circa 7500 battute, spazi compresi, il che per me è insolito, visto che raramente riesco a andare oltre le 3000 battute senza che la storia diventi caotica e insensata. Ogni tanto lo riprendo e provo a correggere qualcosa. Vorrei farlo “crescere”, almeno fino alle 30.000 battute ma, metti questo e togli quello, alla fine rimango sempre inchiodato tra le 7000 e le 8000. Siccome è un racconto con un inizio e una fine, ma ancora in divenire, i commenti allo stesso li metterò in forma di diario.
Intanto vi dico che trattasi si Fantascienza Sociologica, e il finale non è male. L’intenzione è quella di presentarlo a qualche concorso. Se rimane di queste dimensioni, entro luglio lo mando alla rivista Wired, per il contest #RaccontiDistopici. Se invece, per qualche miracolo ispirativo, riuscissi a superare le 30.000 battute, proverò con gli ebook a tema di Delos Books.
Incipit
– Portami da bere, – l’ordine era perentorio, autoritario. Come sempre.
– Si, Signore, cosa gradisce?
– Quell’intruglio con lo sciroppo di canna che non mi ricordo come si chiama. E muoviti, forza!
Yusra abbozzò un inchino e facendo attenzione a non voltargli le spalle si diresse verso la cucina.
Sentì una stretta al cuore, un fremito tenue e rapido salirle lungo la schiena. Lo odiava, ma doveva controllarsi, non far trasparire i suoi sentimenti. Era ancora viva, e tanto bastava. Giorni migliori sarebbero arrivati, si disse…
Estratto
Yusra ebbe qualche difficoltà a salire nell’iAuto. Sentiva il sangue colarle tra le gambe, e a poco serviva stringere sotto il pube i tamponi di carta straccia che le aveva dato l’ambulante. Avrebbe imbrattato il sedile, ma che importava? Presto tutto sarebbe finito.
– Stai bene? – Le chiese l’iAuto.
– No. Non farmi altre domande. Portami fuori città.
– Non sono autorizzata a portare una migrante fuori città…
Se sei interessato alla pubblicazione del racconto, contattami tramite questo link.