Di tutti i racconti pubblicati, questo (l’ultimo nel momento in cui scrivo), è quello che mi piace di meno. Anche se scritto benino, il fatto di dover rientrare nelle 2000 battute inclusi spazi, imposte dalla selezione, mi ha costretto a un finale a bruciapelo fin troppo veloce. Avrei dovuto/voluto elaborarlo meglio. Il racconto trae ispirazione dell’alluvione che il 19 novembre 2013 ha colpito la mia Sardegna, causando morte e distruzione. Anche per questo motivo avrei voluto scrivere qualcosa di qualitativamente superiore. Peccato.
La storia è, tanto per cambiare, di genere fantascientifico/apocalittica, e viene raccontata in prima persona da quello che, nelle ultime righe, si rivela quale narratore/protagonista del racconto.
Racconto che, nonostante tutto, è stato selezionato per l’antologia 365 racconti d’estate.
Incipit
L’estate prometteva bene. A luglio la temperatura non superò mai i trentacinque gradi e ci dimenticammo totalmente del maestrale. I surfisti se ne stavano in spiaggia con le tavole piantate nella sabbia, in attesa di un alito di vento. I piccoli chioschi che vendevano cocktail, gelati e spremute finirono per far soldi a palate, nonostante la crisi.
Estratto
Poi a dicembre arrivò la pioggia, quella vera, e in poche ore cadde tanta acqua quanto di solito ne cade in tutto l’inverno. I fiumi strariparono, crollarono strade, ponti. Le case vennero allagate e le aziende distrutte.