Perdas de Fogu, Romanzo inchiesta scritto da Massimo Carlotto insieme al collettivo Mama Sabot, alla fine ti lascia con l’amaro in bocca. Tanto per iniziare, per essere un romanzo d’inchiesta sembra poco documentato. Si sa che al poligono militare di Perdas de Fogu, in Sardegna, si sperimentano armamenti di tutti i tipi. Si sa che intorno a questo poligono vengono conclusi un bel po’ di affari, leciti e illeciti. Si sa che molte persone hanno accusato patologie, a volte mortali, legate alla presenza del poligono.
Queste cose si sanno già, soprattutto in Sardegna, e da un romanzo d’inchiesta ci si aspetta un approfondimento, una qualche rivelazione scottante. Invece l’argomento sembra essere trattato superficialmente.
Un esempio concreto: nel romanzo viene coinvolto un certo politico, di cui non si fa il nome ma che è facilmente identificabile. Questo politico, parlamentare ed ex ministro con attuali incarichi istituzionali, ha un certo peso nella politica Sarda e, a quanto si dice nel romanzo di Carlotto e Mama Sabot, fa da garante per un comitato di industrie, aziende e militari (che viene definito il “combinat”) che fanno affari intorno al poligono di Perdas de Fogu. Un minimo di approfondimento avrebbe voluto che di questo politico si menzionasse la vecchia appartenenza alla P2 e gli strani rapporti con faccendieri sardi, membri della Banda della Magliana, portavoce di mafiosi di spicco e coinvolgimenti ambigui nel fallimento del Banco Ambrosiano e dell’omicidio Calvi. Di tutto ciò nel romanzo non se ne fa menzione.
Per il resto il romanzo si legge tutto d’un fiato, è ben scritto (si nota lo stile asciutto e cinico di Carlotto) e avvincente. I personaggi sono le solite “carogne” di Carlotto e non ci sono eroi e santi.
Una buona lettura dalla quale non bisogna spettarsi più di tanto.