…Accusato di gravi delitti, fu additato come mostro dalla stampa. Successivamente scagionato, ne ebbe comunque la vita sconvolta. La sua vicenda rappresenta un caso emblematico degli effetti perversi sulla pubblica opinione di una campagna giornalistica pilotata e aprioristicamente accusatoria…
…Era evidente, quindi, che fosse innocente. Ma tutti tacquero, vista la convenienza di avere un “mostro” a cui addossare la colpa…
…La notizia fu pubblicata dai giornali con grande rilievo: finalmente era stato catturato il “mostro…
Tratto da Wikipedia, voce dedicata a Gino Girolimoni
Sulla radiazione di Luciano Moggi, comminata per via dei fatti “aberranti” a lui imputati dalla giustizia sportiva, mi sento di dire che è stato commesso un vero e proprio delitto. Un’ingiustizia. Uno sconta la propria pena e quando mancano pochi giorni alla scadenza lo si condanna all’ergastolo. D’ora in avanti avrà poco senso parlare di “giustizia sportiva”: è a tutti gli effetti una contraddizione di termini.
Non sto dalla parte di chi dice “tutti colpevoli, tutti innocenti”. Moggi avrà avuto le sue colpe, ma quanto emerso negli ultimi anni ci fa capire che il malcostume nel mondo del calcio era prassi comune, e che non bastava definire qualcuno “un signore” per scagionarlo da colpe in tutto e per tutto simili, se non peggiori, a quelle del “mafioso” Luciano Moggi.
Negli anni 20 del secolo scorso la stampa e il regime trasformarono un donnaiolo qualunque in un pedofilo, in un mostro. Lo fecero talmente bene che nonostante fosse innocente il suo nome venne utilizzato negli anni per identificare laidi soggetti che adescavano ragazzine. Lui era innocente e venne prosciolto da tutte le accuse. Ma ne ebbe la vita distrutta.
Nel 2006 la Juve di Moggi, Giraudo e Bettega è stata identificata come male assoluto del calcio. “Così truccavano le partite” accusava in prima pagina la gazzetta dello sport. Al processo di Napoli è emersa un altra verità, l’unico processo nel quale l’accusa cerca di allungare i tempi in modo tale che si possa dire che Moggi l’ha fatta franca grazie alla prescrizione.
Caro Luciano, tieni duro!