Stamattina, rovistando nei cassetti della memoria, mi è tornato in mente il Quaderno, piccolo notebook prodotto dall’Olivetti ormai 16 anni fa. Si trattava di un apparecchio a tratti rivoluzionario: dimensioni A5, schermo da 7,5 pollici con risoluzione VGA a 8 toni di grigio, unità floppy esterna, tastiera qwerty completa di mini tastierino numerico, peso intorno al chilogrammo, sistema operativo MS-DOS (più qualche shell grafica che ora non ricordo), hard disk da 20 megabyte e processore V30 da 16 Mhz. Nella sua prima edizione costava poco più di un milione di lire (un mese di stipendio di un operaio di allora, comunque un low cost se paragonato ai prezzi dei notebook nei primi anni novanta). Ricordo che l’apparecchio ebbe un certo successo all’estero. Un mio amico ricco, che si era potuto concedere una lunga vacanza studio a Londra, mi raccontò che in giro si vedevano un sacco di uomini d’affare con il loro Olivetti Qaderno sottobraccio. In Italia il quaderno non ebbe altrettanto successo, e comunque l’Olivetti ormai si apprestava diventare la più grande delusione della storia informnatica Italiana. Da piccola IBM europea stava per trasformarsi in quello che oggi è un marchietto buono per brandizzare qualche piccola stampante di produzione cinese.
Peccato, perchè se ci pensate bene, l’Olivetti (tra le tante cose buone che era riuscita a fare) aveva già inventato sedici anni fa quello che oggi uno dei più clamorosi successi tecnologici e commerciali degli ultimi anni: l’Asus Eee PC.