Tanto per buttarla subito in politica, ho immaginato Emilio Lussu (scrittore e politico sardo, mio conterraneo, eroe di guerra e fondatore del Partito Sardo d’Azione) rivoltarsi nella tomba dopo che nella mia Regione il partito da lui fondato ha preso la strada che tutti sappiamo. Questa mia affermazione ritengo sia del tutto inattaccabile, in qualsiasi modo uno possa pensarla.
Scritto ormai quasi novant’anni fa, poco dopo l’instaurarsi della dittatura fascista e a seguito della rocambolesca fuga dal carcere di Lipari, dove Lussu venne confinato dal regime, Marcia su Roma e dintorni racconta con un linguaggio semplice, diretto e ironico, l’ascesa per nulla inarrestabile di Benito Mussolini. Si, avete letto bene: “per nulla inarrestabile”, e se avrete la bontà di leggere questo libro, che mi auguro nel frattempo non sia sparito dalle antologie scolastiche (ma credo di si, visto l’andazzo), capirete a cosa mi riferisco.
Di fatto, la tesi amaramente esposta da Lussu è che il Fascismo, dilagante nel paese e conseguenza del diffuso malcontento successivo all’esito non proprio trionfale della Grande Guerra, si sia affermato a causa dell’inerzia e delle divisioni fra le forze politiche allora al governo. Forze politiche in buona parte rappresentate da figure fin troppo accomodanti e accondiscendenti, dal presidente del consiglio Luigi Facta in giù, che nulla o quasi fecero per convincere il Re ad agire nei confronti della sgangherata massa di improvvisati squadristi che diedero vita alla Marcia su Roma.
Da li in poi il moltiplicarsi degli episodi di violenza e i voltafaccia dei ferventi antifascisti della prima ora (di cui Lussu fa nomi e cognomi, soprattutto di quelli sardi), poi opportunisticamente passati armi e bagagli sotto l’ala protettrice del fascio, decretarono l’interruzione ventennale della democrazia in Italia, con tutti i disastri che ne conseguirono.
Marcia su Roma e dintorni è un libro di facile lettura, ambientato prevalentemente tra Roma e la Sardegna, scritto con una prosa incalzante e destinato principalmente a un pubblico di lettori non italiani, ai quali Lussu si rivolge dall’esilio in Francia. Lettori che ancora non comprendevano la novità rappresentata dal fascismo, ma con il quale poi dovettero fare i conti per via del diffondersi in Europa delle dittature di estrema destra, fino al tragico epilogo della seconda guerra mondiale.
Libro allo stesso tempo “storico” e incredibilmente attuale. Difficilmente, durante la lettura, riuscirete a trattenervi dal tracciare dei parallelismi con la situazione odierna. Anzi, sarete pressoché obbligati a farlo, visti i tanti punti di contatto con il contesto sociale, economico e politico di allora, e viste la tante figure ben descritte da Lussu che paiono quasi essersi reincarnate nei rappresentanti politici di oggi.
Lettura che non posso far altro che definire obbligatoria: prego provvedere.