Per questo libro vale la stessa considerazione che ho fatto riguardo a Papi, di Travaglio, Lillo e Gomez. Sarebbe bello se questi scritti servissero per mobilitare le coscienze, fare aprire gli occhi alle persone, destarle dal torpore politico/mediatico nel quale sono finite.
Ma così non è. Questi libri vengono letti da chi già conosce la verità. Da chi già conosce lo stato attuale della nostra nazione, il livello di degrado sociale, economico e politico.
Da chi non ha votato questa maggioranza.
Questi libri, purtroppo, non spostano voti. Non mobilitano le coscienze. Sono opere scritte dal quella generazione di perdenti che amavano l’Italia, e che assistono impotenti al suo sfacelo. Persone che vorrebbero scappare. Persone con le armi spuntate, o inoffensive.
L’autore è molto bravo nel trasmettere alcuni particolari tipi di sensazione: il rammarico e la frustrazione. E, soprattutto, la rassegnazione.
Curzio Maltese sostiene che tutto questo avrà una fine. Ma quello che verrà dopo, purtroppo per noi, potrebbe essere anche peggio (se possibile…).