Archivi categoria: Politica, economia e varie

Revocare due scudetti… all’Inter

Lo scudetto di cartone dell'interUno è quello di cartone, e anche se Zanetti dice sbuffando che di quello non gliene frega niente, è comunque un bel colpo per quelli che festeggiavano lo scudetto dell’anno successivo cantando “Senza rubare, vinciamo senza rubare, senza rubaaaare…”.

L’altro è, appunto, quello dell’anno dopo, campionato 2006/ 2007. Quello dei festeggiamenti di cui sopra.

La tesi è questa: mettiamo che per qualche vizio di forma, per qualche (inaspettata) vittoria processuale vengano annullate le sentenze di Calciopoli 1. Perché annullarle? Non perché le squadre penalizzate non meritassero quelle sentenze, ma semplicemente perché il processo non è stato condotto in modo regolare (sono state usate soltanto le intercettazioni che inchiodavano Juve, Milan, ecc., mentre sono state ignorate le altre, che violavano comunque il famoso Articolo 1). Un po’ come nei film americani, dove l’assassino viene liberato perché la polizia ha maneggiato a mani nude le prove, inquinandole (se ci pensate, è proprio quello che è successo).

E qual è la conseguenza? Se le sentenze sono da annullare, il campionato successivo è da considerare falsato, poiché l’Inter è stata irregolarmente avvantaggiata rispetto alle squadre penalizzate da un processo viziato.

In sostanza, ha vinto facilmente un campionato irregolare.

Due scudetti in meno.

Peccato che la squadra dei galantuomini e dei signori, degli onestoni in smoking bianco, la farà franca. Perché nei palazzi dello sport e della politica di tirare fuori le palle una seconda volta davvero nessuno ne ha più voglia.

Farsopoli 2

moggi e calciopoliAltro che Calcipoli 2.
Cari amici Juventini, abbiamo a che fare con una nuova farsa.
Nel 2006 è stato commesso un delitto. E’ stata uccisa la squadra più rappresentativa del calcio italiano. Una delle squadre più forti al mondo. Una corazzata temuta e rispettata, tanto che le più importati compagini europee quando la incontravano “se la facevano sotto” (per usare le parole di Camoranesi) .
Nel 2006 la frustrazione degli avversari eternamente impotenti, l’ostilità di media complottisti e manovrati da altri padroni,  la forza del “tifo contro” (quello dei caroselli di macchine festeggianti dopo la sconfitta in finale di champions contro Real Madrid e Borussia), l’azione di alcuni poteri forti, il rancore incontrollato verso qualche nostro dirigente oggettivamente “antipatico”, partorirono la distruzione della Juventus FC.
Assistemmo impotenti ad una pubblica esecuzione. Mentre la proprietà prendeva le distanze da una dirigenza che per capriccio non voleva più, noi tifosi non potemmo far altro che assistere disgustati ad una vera e propria farsa. Un processo indiziario durato poche settimane, dove si esaminarono soltanto le prove che riguardavano la Juve, dove le altre squadre coinvolte hanno ricevuto pene ridicole, dove non è stato accertato nessun illecito sportivo ma è stato inventato seduta stante l'”Illecito Strutturato”. Dove si è cancellato un grado di giudizio e dove la dirigenza ha rinunciato inspiegabilmente a fare ricorso.
Dove i campioni che venivano mandati in serie B avevano appena vinto uno scudetto strameritato (in un campionato nel quale da Carraro in giù si remava contro, e oggi ne abbiamo le prove) ed avevano portato la nazionale di calcio a vincere un Mondiale. E poi tutto il resto: scudetto di cartone assegnato all’inter da un suo ex dirigente e tifoso, Inter paladina degli onesti, Materazzi con lo smoking bianco (l’immagine che mi fa più male), penalizzazione del Milan commisurata alla posizione in classifica utile per partecipare alla Campions, ecc.

Oggi: saltano fuori intercettazioni che inchiodano, INCHIODANO, altre squadre, l’Inter soprattutto. Saltano fuori trame orchestrate da amici e nemici volte a far fuori la dirigenza della Juve. Salta fuori un malcostume diffuso, con responsabilità condivise dalla gran parte delle squadre di serie A. Saltano fuori carenze processuali, teoremi, prove indiziarie lacunose, errori grossolani, indagini farsesche e pilotate.

E tutto questo cosa comporta? Una nuova farsa. Intere redazioni di giornali impegnate a dissimulare le verità che stanno emergendo. Pubblici ministeri impegnati nella continua e infruttuosa ricerca di un qualsiasi appiglio, di un qualsiasi testimone che possa confutare una tesi d’accusa che ormai si regge soltanto sui luoghi comuni. Assistiamo alla riproposizione ciclica di fatti dati per certi e ormai smentiti dai vari procedimenti penali e sportivi (“Paparesta chiuso nello spogliatoio” è un classico, in questo senso). Editorialisti che ogni volta che salta fuori un indizio “contro” la Juve, corrono a imbastire un articolo chilometrico, con il solito adagio “Ma la Juve faceva di peggio” e “Moggi non era un santo”, per poi tirare un sospiro di sollievo e affermare, mentendo a se stessi, che nonostante tutto, nel 2006, avevano ragione loro. Quando poi questi fatti vengono puntualmente smontati, uno per uno e sistematicamente, mai nessuno che si affretti a rettificare, correggere o semplicemente chiedere scusa (figuriamoci).

Sembrano, sono, ormai tutti d’accordo: si revochi lo scudetto di cartone 2005/2006 (come se questa, da sola, non fosse una cosa grave…e non è detto che lo facciano) e mettiamoci una pietra enorme sopra. E pazienza per i due scudetti revocati. Pazienza se chi RUBAVA come la Juve (per le cose che sono saltate fuori nel 2006, identiche a quelle di oggi, la Juve veniva considerata una squadra che rubava), oggi la farà franca grazie a provvidenziali prescrizioni. Pazienza se le prove che nel 2006 ci avrebbero fatto evitare la serie B, nel 2010 non servano a niente. Forse soltanto a scagionare Moggi dall’accusa di associazione a delinquere. Ma non è detto. I PM andranno avanti a cercare prove, a sentire testimoni, fino a che Moggi non avrà finito i soldi da dare agli avvocati, mentre loro, i PM, potranno contare su risorse infinite. Risorse che provengono dalle tasse pagate anche da noi, tifosi Juventini.

Sarà una nuova Farsa. Farsopoli 2. Speriamo almeno, dal prossimo anno, di riuscire a trovare giustizia sul campo. Un tempo lo sapevamo fare. Dobbiamo imparare a farlo nuovamente, e in fretta.

Facchetti: gli sciacalli della memoria

Giacinto FacchettiSciacallaggio al contrario, o di riflesso. Ecco di cosa si tratta. Mettendo un attimo da parte le esternazioni quotidiane di Gianfelice Facchetti, che in quanto figlio del compianto Giacinto gli si può perdonare la mancanza di senso della misura (sarebbe utile capire chi sono i “quattro barboni” che attaccano il ricordo del padre), ritengo vergognose e immorali le esternazioni quotidiane in difesa della memoria del celebre presidente dell’Inter, scomparso poco dopo i fatti di Calciopoli.
Tutti pronti a gridare “Giù le mani da Facchetti”. Tutti pronti a sparare raffiche di “sciacalli” al vento. Ma i veri sciacalli sono loro. Nessuno, NESSUNO, di quelli che in questi giorni stanno esaminando e commentando le intercettazioni telefoniche scovate dalla difesa di Moggi (buona parte delle quali vedono proprio Facchetti quale interlocutore di designatori vari), si è mai sognato di dire che Facchetti era un farabutto, o un poco di buono, o un disonesto, per chiamare le cose con il proprio nome.
Tutti, da Moggi all’ultimo dei tifosi Juventini, sono concordi nel dire che Facchetti era un galantuomo. E’ la premessa standard di qualsiasi discorso che abbia a che fare con i fatti di Calciopoli 2. Oltre che una verità storica è diventato quasi un luogo comune. Facchetti era un galantuomo. Siamo tutti d’accordo. Punto. Che bisogno c’è di difenderne la memoria a spada tratta o di cecchinare in continuazione qualsiasi commentatore si permetta soltanto di pronunciare il suo nome?
E’ una forma di difesa isterica, diciamolo, una coda tra le gambe che non riesce a rimanere ferma.
Un muro dietro il quale nascondersi.
E questo è vero sciacallaggio. Difendetevi con argomenti validi, non nascondendovi dietro una bara. Lasciate in pace i defunti, nessuno li accusa. Cercate di difendere, se ci riuscite, le vostre azioni e le vostre responsabilità. Il vostro definirvi paladini degli onesti.
Il Re è nudo. E vivo. Difendete quello.

La sesta mafia al mondo

mafiaIl Signor B. , in una conferenza stampa di qualche giorno fa, ha tirato fuori questa statistica: la nostra mafia sarebbe “la sesta al mondo”.
Tuttavia a livello di visibilità appare come la prima, per colpa del serial “La Piovra” (trasmesso in 160 paesi… ma esistono sulla Terra 160 paesi che trasmettono programmi televisivi?) e di Gomorra di Roberto Saviano. Questo sintetizzando (ma non è che il B. abbia poi aggiunto molti altri dettagli).
Ora, io mi domando questo: in base a quale statistica la mafia italiana è la sesta al mondo? In base al fatturato? Al numero di affiliati? Al numero di stati in cui opera? Oppure in base al numero di senatori e onorevoli associati? O forse, peggio, in base al numero di magistrati, poliziotti e giornalisti uccisi?
E poi, per mafia si intende la mafia siciliana, oppure mafia + camorra + ndrangheta + sacra corona unita? E le altre cinque che ci precedono quali sarebbero? Provo a ipotizzare: Triadi cinesi, Yakuza, Mafia Albanese/Kossovara/Montenegrina, Mafia Russa… Mafia Messicana (esiste?), Mafia Newyorkese (ma non è parente della nostra? E poi, non l’hanno sgominata?).
Mah, ho come l’impressione che il nostro B. l’abbia sparata grossa.
Fosse la prima volta…

Un nuovo argomento per questo blog: la Juventus

JuventusMytom.it ha subito in pochi anni diverse trasformazioni. Nato inizialmente come sito dedicato a sfondi e temi per cellulari windows mobile, è diventato successivamente un sito di news sulla telefonia, poi sulla teconologia, poi di opinioni. Fino alla trasformazione completa in blog dedicato a “tecnologia, letture, opinioni”. Dopo ogni trasformazione ho perso un certo numero di utenti, che ormai raggiungono a stento i 100 unici giornalieri (visitatori provenienti da google che, tra l’altro, solitamente finiscono nelle vecchie pagine del sito). Un disastro, se si considera che meno di due anni fa viaggiavo alla media di 800 unici al giorno.
Bene, dopo questa noiosa premessa (chissà quanti altri utenti nel frattempo avrò perso definitivamente…), vengo al nocciolo della questione: a “tecnologia, letture, opinioni” aggiungerò “Juventus”.
Ebbene si, sono anch’io, come qualche altro milione di tifosi di calcio, uno Juventino frustrato. Uno di quelli che sopportò con rassegnazione le decisioni della giustizia sportiva scaturite dai fatti di Calciopoli. Uni quelli, pochi a dire il vero, che ritennero opportuno non contestare le “motivazioni” relative alle sanzioni comminate nei confronti della Vecchia Signora.
Uno di quelli che, a seguito di tutto quello che sta emergendo in questi giorni, hanno avuto modo di ricredersi e dare, in parte, ragione agli altri. Quelli che battezzarono quello scandalo “Farsopoli”.
D’ora in avanti i post relativi alla Juventus, Calciopoli/Farsopoli e calcio in generale compariranno con sempre maggior frequenza all’interno di questo Blog.
E pazienza se perderò qualche altra decina di utenti.
Tanto peggio di così…

…Potrebbe trattarsi di una Escort

Bastano alcuni tatuaggi, seno rifatto e bell’aspetto per fare di una donna una presunta escort.
Un po’ tutti, giornali e telegiornali, hanno formulato questa ipotesi: che il cadavere della donna rinvenuta nel Lago di Como (“Vicino alla villa di Clooney!”, alludendo a chissà quale possibile coinvolgimento), appartenesse ad una Escort. Non si dice più prostituta, si dice Escort. Ovvio: se una donna si fa fare un tatuaggio, è di bell’aspetto e addirittura decide di rifarsi il seno, bè, è normale ipotizzare si tratti una donna di facili costumi. Ma non di quelle “normali”, che tutti chiamano prostitute o puttane o peggio. No, “Potrebbe trattarsi di un Escort”.
Perché?
Par quale cavolo di motivo?
Vi rendete conto con che giornalisti abbiamo a che fare?

Il ritorno di Daniele Luttazzi

Daniele Luttazzi a Raiperunanotte

Daniele Luttazzi a Raiperunanotte

Mettendo da parte le ovvie considerazioni politiche (in molti questi giorni stanno esprimendo, con cognizione di causa, la propria opinione, e questo blog non aggiungerebbe niente alla verità che finalmente sta emergendo), vorrei soffermarmi sulla performance di Daniele Luttazzi a Raiperunanotte.

Ebbene, ci voleva proprio.

Erano anni, otto per la precisione, che a causa di un suo presunto uso criminoso del mezzo televisivo era stato relegato ai margini dell’arena mediatica. Luttazzi è uno dei più grandi autori di satira in circolazione, dotato com’è di un eloquio brillante, di un’intelligenza pungente e di una cultura enciclopedica. Tenerlo lontano dalla televisione è stato un vero delitto, uno dei tanti. Come lo è per Sabina e Corrado Guzzanti. Come lo è per Beppe Grillo prima di loro. Si vede che Daniele Luttazzi ha sofferto e ancora soffre questa situazione. Soffermarsi sul fatto che abbia, per così dire, incitato all’odio è fuorviante, nonché pretestuoso. Per quale motivo non dovrebbe farlo? Lasciando perdere il fatto che sia giusto o sbagliato (forse è sbagliato, forse il destinatario dei suoi attacchi trae forza da queste posizioni), quali sentimenti dovrebbe avere uno a cui da otto vengono sbarrate le porte della TV generalista. Uno il cui unico delitto (o per lo meno il più grave) è quello di aver intervistato in tempi non sospetti un ancora pressoché sconosciuto Marco Travaglio. Dovrebbe Amare?

Windows 7: quel cerchietto che gira, che gira…

Windows 7, siamo alle solite...

Windows 7, siamo alle solite...

Dopo quasi tre anni di onorato servizio, il mio fido notebook HP Pavillion con monitor da 17” ha tirato le cuoia. Vani sono stati i tentativi di rianimazione. Semplicemente, si è spento.
A causare la tragedia è stato quel maledetto alimentatore universale da mezzo chilo, che a causa di qualche forza misteriosa (uno spiffero, un calcetto, un fenomeno magnetico, il pavimento non in piano) ho trovato con il selettore della tensione spostato di una tacca, col risultato che per tutta una notte ha alimentato il notebook a 21 V. anziché a 20.
Dopo essermene fatto una ragione, e senza aver trovato un capro espiatorio sul quale riversare la mia frustrazione, decido di correre ai ripari nel modo più scontato e banale: spendendo dei soldi per comprare un nuovo computer portatile.
Mi reco all’ipermercato più vicino e valuto un po’ di offerte. La mia attenzione viene catturata da un Packard Bell da 599,00 €, esteticamente abbastanza orribile ma dai contenuti tecnici interessanti e in linea con il mio budget. In particolare, il notebook in questione è dotato nel nuovo processore Intel Core I3 M330. Non conoscendo ancora la frequenza operativa della CPU (abbiate pazienza, è uscita da poco e ho un po’ di letture arretrate), non riportata nel cartellino, chiedo lumi all’addetto alla vendita.
– Salve, mi interessa quel Pakard Bell, mi saprebbe dire la frequenza del processore
– 64 Bit
!?!
– No, la frequenza … megahertz …
– GIGAHERZ! -, esclama – Ora non me la ricordo, vado a vedere, e comunque la frequenza è un’altra cosa -, dice, con aria da stronzo.
– No, mi scusi, la frequenza quella è, si esprime in Hertz… 64 bit è l’indirizzamento…
Ma ormai non mi stava più ascoltando. Certe volte gli operatori di vendita informatici ti fanno proprio incazzare.
Comunque, nonostante l’istintiva antipatia reciproca, vengo a sapere che il processore viaggia a 1,7 Ghz per due core, cifra poi rettificata a 2,13 (dopo che, tanto per rompere i coglioni, sono andato a comprare una rivista che recensiva proprio i processori Core I3, togliendomi la soddisfazione di far leggere al commesso la cifra esatta nella colonna FREQUENZA…).
Insomma il notebook valeva qualcosa, ma era l’ultimo modello disponibile. Altra soddisfazione: gli dico di tenerselo. Un notebook già aperto che il giorno dopo avrebbero svenduto a 100 € in meno in quanto ultimo pezzo non mi interessa.
Cambio ipermercato.
Per non farla lunga vengo subito al sodo: trovo in vendita un Asus con core I3 M350, quindi un po’ più veloce del packard bell; scheda video ATI 5mila-e-qualcosa con memoria dedicata da 1 GB; 4 GB ram; HD un po’ sottodimensionato da 320 GB; Windows 7 64 Bit. Prezzo 649,00 €.
Lo prendo (anche in questo caso il commesso fa un po’ il figo, ma lasciamo stare…).
Insomma, per farla breve, una volta a casa faccio tutta la procedura di installazione, installo gli aggiornamenti vari, riverso un po’ di file estratti da vecchi backup, programmi, immagini e quant’altro… e alla fine, alla prova dei fatti, quando clicco con il tasto destro del mouse sullo sfondo del desktop che succede? Che il cerchietto blu inizia a girare… Soltanto per aver richiesto l’apertura di un banale sottomenù!!!
Ma è possibile! E dire che Windows 7 doveva essere più scattante, veloce, nuovo. Siamo alle solite invece. Qualsiasi cosa faccia, il cerchietto blu si mette a girare, come su windows vista, come nei vecchi computer con XP (in quelli lenti, per lo meno) con la clessidra sempre in movimento.
Poi sa Seattle si chiedono perché i computer con la mela piacciono di più…

Jon Ronson – L’Uomo che fissa le capre

Reso celebre grazie al film che ne è stato tratto, con protagonista George Clooney, il saggio/romanzo L’Uomo che fissa le capre, del giornalista e documentarista Jon Ronson fa luce su un particolare aspetto dell’imperialismo americano: l’influenza nelle alte gerarchie militari delle ideologie New Age.

Prima di leggere questo libro non sapevo quanto fossero diffuse negli usa le dottrine New Age. Parliamo di milioni di persone che credono negli alieni, nella telepatia, negli spiriti guida…

Milioni di persone che si fanno abbindolare, il più delle volte, da truffatori pronti a tutto, soprattutto a svuotargli le tasche o ad approfittarne sessualmente. Altre volte si tratta nientemeno che di pazzi scatenati che per qualche arcano motivo riescono a passare per santoni illuminati.

Il fenomeno è talmente diffuso che perfino alti ufficiali dell’esercito e funzionari della Cia ci sono cascati a piè pari, credendo di poter mantenere la supremazia imperialista degli Stati Uniti d’America grazie anche a maghi e ciarlatani.

Lettura interessante e divertente, perfino spassosa in alcuni capitoli. Certo, niente a che vedere con le opere di Michael Morre, al quale Ronson in qualche modo sembra ispirarsi. Ma vale la pena arrivare fino all’ultima pagina e, dopo esserci fatti qualche sana risata, riflettere  su quale razza di idioti pretendono di governare il mondo. A quel punto smettiamo di ridere…

L’iPhone ti cambia la vita

iPhone 3GS

iPhone 3GS

Non sono un fan boy, lo dico subito. Ho da poco compiuto 36 anni, tengo famiglia con prole, lavoro sodo e sono un pragmatico.
Di conseguenza, quando le sparo grosse come nel titolo, lo faccio con cognizione di causa. L’iPhone, letteralmente, ti cambia la vita… tecnologicamente parlando.
Lo uso ormai da alcuni mesi (3GS da 16 GB), e con profitto. Ho avuto diversi cellulari evoluti: Windws Mobile, Symbian e UIQ. Con o senza wi-fi, tutti più o meno multimediali, tutti sfruttati intensamente e pesantemente personalizzati.
Cellulari, smarthphone o PDA phone, che ho usato per lavorare, divertirmi e comunicare.
Ma l’iPhone è un’altra cosa. Migliaia di software disponibili, di tutti i tipi. Molti in italiano, tantissimi gratuiti, la maggior parte con un costo d’acquisto risibile.
Scaricare questi software e tenerli aggiornati è di una banalità sorprendente, grazie all’app store di Apple (e tutti gli altri produttori a corrergli dietro).
Il Wi-Fi funziona a meraviglia e la navigazione in internet è realmente una “navigazione in internet”. l’abbonamento con il quale l’ho acquistato mi permette comunque di accedere ai siti che mi interessano senza costi esorbitanti in bolletta. Senza contare il fatto che molti siti sono comunque ottimizzati per iPhone, e quindi il consumo di banda è davvero ridotto.
L’integrazione con iTunes è perfetta. Quando collego l’iPhone, miracolo, il dispositivo viene riconosciuto, si attiva tutto quello che si deve attivare e fine della storia. Niente di tremendamente macchinoso come per gli altri cellulari (configurare le com, verificare la porta usb…).
Nessun manuale da consultare. Semplicemente, l’iPhone impari a usarlo… usandolo.
Ci sono anche i difetti, è vero. Multitask inesistente, sensore fotografico poco performante, bluetooth bloccato, costo esorbitante…
Ma chi se ne frega, il beneficio ottenuto grazie a tutto il resto supera di gran lunga i pochi disagi che dobbiamo sopportare.
Ho molta fiducia nello sviluppo dei dispositivi Android. Loro probabilmente diventeranno gli iPhone del futuro. Ma non è detto. Apple può permettersi un modello nuovo all’anno, e secondo me stanno centellinando le novità. Quando inizieranno a sentire il fiato sul collo da parte di qualche concorrente, gli basterà pigiare il piede sull’acceleratore. E, salvo improbabili suicidi tecnico/societari, continueranno a rimanere i numeri uno.