È presto detto: perché è uno di quei (pochi) allenatori che riescono a imporre alla società i giocatori da acquistare, come sapeva fare Capello e, in parte, Marcello Lippi.
In questi tremendi anni post calciopoli abbiamo avuto soltanto allenatori “aziendalisti”, autoproclamatisi tali. Unica eccezione Deschamps, che infatti è stato fatto fuori. Gli altri pur di allenare alla Juve avrebbero accettato qualsiasi imposizione. Una di queste era, per l’appunto, non rompere le scatole durante le campagne di rafforzamento.
Mancini è uno di quelli che dice: “Io vengo da voi se mi comprate Dzeko, Ribery, Tevez, Neymar… altrimenti me ne sto qui a spendere i pertroldollari degli sceicchi.”
Antonio Conte, che verrebbe alla Juve a piedi e scalzo, si accontenterebbe di tre o quattro parametri zero decenti, un paio di giovani e un altro Krasic qualsiasi.
Mazzarri magari spunterebbe qualcosa in più (altrimenti chi glielo fa fare a lasciare Napoli), forse riuscendo a convincere la società a procurargli qualche suo pupillo. Da questo punto di vista, e non solo, mi ricorda il primo Lippi.
Mancini invece è una specie di Fabio Capello. Si muove soltanto con la garanzia di riuscire ad ottenere i campioni di cui ha bisogno.
Il cuore mi dice Conte. La ragione mi fa pensare a Mazzarri. Ma se si vuole avere una squadra veramente competitiva, attrezzata in ogni reparto, allora apriamo le porte a Mancini, uno che sa farsi ascoltare.
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Basta con questi NO!!!
Premessa n. 1: Al momento non riesco ad individuare un allenatore che possa cambiare le sorti di questa juventus
Premessa n. 2: Mancini non mi fa impazzire (a dire la verità nessun allenatore mi fa impazzire…).
Tuttavia… mi fanno imbestialire i “NO” dei tifosi Juventini a questa o quella ipotesi per la panchina bianconere. In particolare non mi vanno giù i NO a Mancini. E’ vero, bei capelli in passato si è lasciato andare a numerose dichiarazioni anti juventine, ma gli posso riconoscere le attenuanti generiche. Di fatto nessun allenatore che sia passato per milano, sponda onestoni, negli anni della triade si è mai speso in elogi e complimenti nei confronti della Vecchia Signora. Tutt’altro. L’ambiente era quello, le influenze pure, le pressioni (soprattutto mediatiche) anche, pertanto non mi scandalizzano le affermazioni anti juventine del Mancini di quegli anni.
Allo stesso tempo non riesco a dimenticare i tanti “NO” contro Capello e soprattutto il “Maiale non può allenare” contro Ancelotti. Capello è stato un grande, e Ancelotti, se non fosse stato per l’acquazzone di Perugia è per il cambio di regole che favorì la Roma di Nakata, avrebbe vinto due scudetti in due anni (persi entrambi per un punto). Tra l’altro Ancelotti giocava con un Del Piero zoppo e il Van Der Sar peggiore della storia.
Per non parlare dei “NO” al primo Lippi. In quegli anni i tifosi Juventini (provate a ricordare) preferivano di gran lunga il “vincente” Tardelli, piuttosto che l’esonerato dal Cesena Marcello Lippi.
Morale della favola: a parte Zeman, e forse Mourino, non c’è allenatore che non meriti la Juve per colpa di qualche dichiarazione passata.
Mancini l’ha detto chiaramente, a un processo tra l’altro. Erano cose dette tanto per dire. In quegli anni funzionava così. Con la stampa, la TV e qualche dirigente dai denti marci che aizzava la folla.
Basta con questi “NO”.
Grande Ringhio !!!
Finalmente! Ci voleva, ci voleva proprio. Ho sempre ammirato Gattuso per la sua capacità di non fare MAI affermazioni banali. E questa ne è l’ennesima dimostrazione: “La Juve fa bene a rivolere i suoi scudetti. A quattro anni da Calciopoli ho capito che tutti rompevano le scatole a chi non andavano rotte e che poi ognuno cercava di farsi giustizia da sè. Quindi il fatto che la Juventus rivoglia i suoi scudetti non mi sembra così scandaloso…”.
Esattamente quello che da anni affermiamo noi tifosi Juventini. Esattamente quello che Federazione e organi preposti non hanno capito, o non hanno voluto capire, nel 2006. Esattamente quello che un calciatore con la maglia a strisce nero azzurre non dirà mai (bè, a dire il vero Ibrahimovic ha detto più o meno lo stesso qualche anno fa, ma lui non fa testo: non è mai stato un vero interista).
Giovinco non vuole tornare più alla Juve? Buon viaggio…
Giovinco, a quanto pare, non vuole più tornare alla Juve. In bon’ora, come dicono dalle parti di mia madre.
Giovinco non vuole tornare più alla Juve non perché si sente tradito, o per chissà quale questione di principio. Non vuole tornare alla Juve perché non avrebbe la garanzia del posto da titolare. Non poteva averla prima, non potrà averla in futuro. Stessa sorte capitata ad altri, in passato. A Miccoli, tanto per fare un esempio.
Purtroppo certi giocatori devono rendersi conto da soli di non essere dei fuoriclasse alla Roberto Baggio, alla Del Piero, alla Nedved. Sono semplicemente dei buoni giocatori, ai quali una striminzita convocazione in nazionale non serve a metterli alla stregua dei grandi campioni.
Giovinco è un buon giocatore, che può ambire ad emulare le gesta di un Miccoli o un Di Natale. Gente con i piedi buoni, già nella storia del calcio, ma non nell’olimpo dei grandi. Credere in un Giovinco (potrebbe esplodere e diventare il nuovo Messi, chi lo sa? Con Henry è successo) equivale a puntare i soldi alla roulette. Non sai cosa può uscire. La Juve può permetterselo? Senza dimenticare che ha già avuto due anni di tempo per provare a ritagliarsi un posto da titolare.
Fossi nella Juve, lo lascerei andare senza troppe storie, cercando di incassare il giusto. Da reinvestire su Giuseppe Rossi. Ben altro giocatore…
Malafede
Si, è in malafede quel giornalista di un noto quotidiano nazionale che riporta questo virgolettato di Andrea Agnelli: “Calciopoli mi annoia”. E lo riporta come titolo per il suo pezzo. E’ in malafaede perché Andrea Agnelli ce l’aveva con Moratti che parla di Calciopoli, e dopo essersi letti l’articolo la cosa salta fuori. Allora perché quel titolo.
Andiamo per ordine. Moratti, in effetti, annoia. Oppure fa incazzare, dipende.
A me personalmente suscita questo sentimento: la rabbia. Ognuno tira acqua al proprio mulino, ma ormai è evidente che se alla Juve non erano santi, all’Inter troppi peccati sono stati perdonati.
Per quanto riguarda il giornalista in malafede: Attaccare sotto traccia la Juve con questi mezzucci da quattro soldi, oggi come oggi, fa ridere. Di cosa si ha paura? Di non far apparire Moratti “un signore”, uno simpatico? Si ha paura di riabilitare la Juve? Si ha paura di dover rinnegare quindici anni di campagna stampa “contro”?
Tranquilli, il sentimento popolare che ha partorito Farsopoli c’è ancora tutto: la Juve rubava. Continuate a bearvi di questa menzogna.
Ma non pretendiate di farci cambiare idea.
Un altro anno poco bianco e molto nero
Come l’anno scorso, quando sfumarono, in sequenza: Champions League, Coppa Italia e Europa League, e piazzamento tra i primi quattro posti prima, e tra i primi sei dopo.
Così quest’anno: Fuori da Europa League da subito (dopo aver fatto i preliminari), fuori dalla Coppa Italia, lontani 9 punti dalla prima in classifica e con speranze quasi nulle di superare Napoli o Lazio per la corsa al quarto posto, mentre Palermo e Udinese incombono.
La storia della Juventus degli ultimi anni e la classica “vorrei ma non posso”. Vorremmo un allenatore con i controcaxxi, un Benitez, un Hiddigns o uno Spalletti qualsiasi, e poi ci accontentiamo del bravo e perdente Ranieri, del giovane e incompetente Ferrara (mandato allo sbaraglio), e del competente ma poco attrezzato Del Neri.
Vorremmo giocatori di primo piano e invece prendiamo il Maradona del Massimino Martinez (che vale un Giovinco qualsiasi, e non state a rimpiangerlo tanto, solo ora sta iniziando a far bene a Parma). A Catania stanno ancora brindando. Volevamo Pazzini (che poi convola a nozze con la nemica di sempre) e poi prendiamo Paracarro Toni. Prendiamo Bonucci e Motta (brindano anche a Roma) credendoli fuoriclasse, e poi si dimostrano troppo normale il primo, difensore che non sa difendere il secondo.
Per non parlare dei quattro milioni dati ad Amauri ogni anno che che gli impediscono qualsiasi ipotesi di trasferimento. O del burro fuso Iaquinta. O del povero nonno Alex, lui si grande campione (e c’è gente che ancora dubita del rinnovo del contratto: bisognerebbe fargli un contratto a vita, per gratitudine).
Ora arriva Barzagli, un altro Grosso/Cannavaro qualsiasi (over trenta, molle, e in fase calante), che vale quanto un Legrottaglie se non meno.
Luis Fabiano ce l’hanno fatto capire in tutti i modi che ce lo darebbero volentieri, tranne gratis. Che è l’unico tipo di acquisto che la Juve può fare (per via del fatto che ha già buttato via con Toni gli ultimi spiccioli).
Per fortuna è arrivato Krasic, che è un ottimo giocatore, ma non un marziano. Dopo dodici mesi di sgroppate senza interruzione è abbastanza normale finire in riserva.
Altra cosa: chiudete Vinovo!!! meglio un campo qualsiasi ma almeno lontano dal fango. Sono sicuro che se alla Juventus cambiassero metodo di lavoro e si trasferissero in un campetto appena decente gli infortuni calerebbero. Anche soltanto con allenamenti del tipo “dici giri di campo e partitella”.
Consiglio: mancano due giorni alla chiusura del mercato. Prendete ‘sto benedetto Ziegler!!! Costa poco ed è un buon giocatore. Non sarà un fuoriclasse ma sicuramente va meglio dei vari Motta, Grygera, Traorè, Grosso. Un paio di questi li regalerei alla Samp come contropartita. Oppure dobbiamo arrenderci definitivamente allo strapotere di Milan e Inter e farci soffiare tutti i giocatori che ci interessano?
C’è chi parla ancora dei “Soliti svarioni difensivi”
Ieri, mentre guardavo Juventus – Lecce, dopo l’unico errore di Grygera ho pensato che sicuramente oggi qualcuno avrebbe fatto riferimento ai “Soliti svarioni difensivi”. Ho sbagliato: non è stato necessario aspettare oggi. Già ieri qualcuno nelle TV del biscione ha fatto riferimento agli SSD, Soliti Svarioni Difensivi (divenuti ormai luogo comune). Ma dico io: in una partita dove si fanno quattro goal; si gioca costantemente all’attacco; si tiene il pallino del gioco (a proposito di luoghi comuni…); si creano occasioni da goal a ripetizione… in una partita del genere c’è qualcuno che ricorda i “Soliti Svarioni Difenisivi”? E basta! Se usiamo questo criterio, l’Inter vincitrice per 1 – 0 ieri a Cagliari ha una difesa colabrodo, viste le numerose azioni degli isolani! I luoghi comuni sono duri a morire. Così come i pregiudizi e la malafede.
La verità di Delneri
L’anno scorso mi incazzavo come una bestia ogni volta che in conferenza stampa il giocatore di turno, o l’allenatore, dichiaravano “siamo ancora in lizza per lo scudetto”, “non dobbiamo mollare”, “la champions non è persa”, “scenderemo in campo per vincere”, “possiamo vincere l’europa league”, “possiamo vincere la coppa italia”. Proclami su proclami.
E poi sappiamo come è andata a finire: settimi in campionato e fuori da tutte le competizioni nazionali e internazionali. Ma a guardar bene già dal girone d’andata si poteva intuire quale sarebbe stata la sorte della Juventus. Una squadra spompata, senza stimoli, dominata dalla paura e zeppa d’infortuni.
Ho apprezzato la lezione di sano realismo che Del Neri ci ha propinato qualche settimana fa. “La Juve non è da scudetto”. Vero, giusto. Fa male, ma è così. Come possiamo considerarci una squadra da scudetto con i terzini che ci ritroviamo (e dire che ci credevo in Marco Motta, mentre De Ceglie è dall’anno scorso che non mi sembra all’altezza). Come possiamo cercare di competere con Inter, Milan, e forse anche Roma (nonostante le recenti batoste), quando dobbiamo affidarci a San Del Piero, sperare che Quagliarella impari a fare i gol facili, Amauri torni definitivamente dalla crociera e Iaquinta riesca a fare bene tre partite consecutive?
Con un Felipe Melo che un giorno sembra un fenomeno e l’altro rischia l’espulsione o l’assist all’attaccante avversario. Con un Marchisio spaventato e un Acquilani che “ancora non si sa”.
Bravo Del Neri, hai detto bene. Non siamo da scudetto e vadano a quel paese tutti quelli che dicono che la Juve deve giocare sempre per vincere. A forza di sottolineare l’ovvio l’anno scorso siamo arrivati settimi. E anche se può sembrare una parolaccia, iniziamo ad imparare un po’ umiltà. Poi, non è detto che i miracoli non accadano (e Krasic, dopo la tripletta di ieri, inizio a consideralo tale), ma questa è un’altra storia.
La retorica del tifoso
Basta, non ne posso più. Non sopporto più la disapprovazione dei tifosi Juventini nei confronti della nuova dirigenza. Ogni acquisto viene bocciato, ogni cessione giudicata, ogni azione analizzata.
Questo e quello non sarebbero “giocatori da Juve”. Mi spiegate chi sarebbe un giocatore da Juve? Facile dirlo, uno dei tanti campioni che non si muovono se non gli dai 7 milioni di euro di ingaggio. Guardate in faccia la realtà: questi campioni la Juve non se li può permettere, e non se li potrà più permettere finché non metterà nuovamente piede in champions league, possibilmente in pianta stabile. Dzeko è da Juve? Certo che lo è, ma è promesso al Bayern di Monaco, e c’è di mezzo la Volkswagen, che qualcosa in più della Fiat conta.
Sbagliato vendere Diego? Ma se l’hanno scorso ha fatto vedere a malapena il broncio. Il Diego visto fino ad oggi vale un Miccoli qualsiasi, e con certi campioncini non si va lontano. Così come è inutile e penoso continuare a rimpiangere Giovinco, che ha avuto due anni di tempo e tre allenatori diversi per dimostrare di meritare una maglia da titolare, senza riuscirci. Addirittura si rimpiangono Candreva e Caceres, il primo riserva nell’udinese e il secondo nel Barcellona, che poi lo ha svenduto.
Tra un po’ inizieranno le barricate per Momo Sissoko, che da quando è alla Juve ha giocato decentemente nei primi quattro mesi, per poi smarrirsi.
In molti invocano il ritiro della maglia 17, quella di David Trezeguet. E allora perché non ritirare quella di Ciro Ferrara, o quella Zidane, oppure quella di Boniperti o Bettega, o quella di Nedved?
Ecco, Nedved, appunto. Allora si che c’era motivo di invocare un prolungamento del contratto, invece ho visto più gente mobilitarsi per Giovinco piuttosto che per la furia ceca.
E poi: Quagliarella non è da Juve (lo è Borriello, forse?, o Pazzini?). Bonucci è troppo leggero…
E Del Neri. Non sarebbe un vincente. Lippi lo era prima di arrivare alla Juve? Lo era Trapattoni? Lo era Capello quando iniziò ad allenare il Milan? o Sacchi?
Insomma, basta. Basta lamentarsi.
La situazione è questa: abbiamo una nuova dirigenza e un nuovo staff tecnico. Tornare a vincere sarà fin troppo difficile. L’Inter ci ha messo venti anni e tutti sappiamo come. La Juve speriamo ci metta meno tempo, ma qualcuno si ricorda i 10 anni senza scudetto? Quando avevamo Boniperti presidente e l’Avvocato impegnato in prima persona.
Quando si parte da zero, è difficile risalire. Abbiamo già fatto fuori una dirigenza incompetente, non bocciamo subito questi nuovi. Diamogli almeno il tempo di ambientarsi.
Alla Juve l’unico obiettivo è la vittoria. Siamo la Juve. Ci vuole gente da Juve. Tutta retorica. Tutti slogan da tifosi.
Guardiamo alla realtà delle cose. E che diamine!
Pensieri di mezza estate sulla Juventus
A un mese dall’inizio del raduno della nuova Juventus targata Del Neri/Marotta, rimango sempre più convito del fatto che la prossima sarà l’ennesima stagione di transizione. Sicuramente le cose andranno meglio dell’anno scorso, ma sarà difficile non chiudere la stagione con “zeru tituli”.
L’Inter rimane su un altro pianeta. Roma e Milan non si sono rafforzate ma neanche indebolite. Sampdoria, Palermo e Napoli sono li, sempre competitive.
Sulla carta la Juve è quella che in questa sessione di mercato ha fatto più di tutti. Ma partiva da una situazione disastrosa: giocatori mediocri da sostituire; ex giocatori a fine carriera; campioni pagati a peso d’oro e che si sono poi rivelati dei bidoni.
Quest’anno non è ancora arrivato nessun vero campione. C’è da dire che un giocatore può diventare campione alla Juve. E’ successo con Chiellini e Camoranesi, per esempio. Chi dice che non possa succedere con Bonucci e Martinez, o Pepe? O Motta, che tra i nuovi arrivati mi sembra il più promettente. Sono pochi in Italia i difensori che sanno saltare l’avversario in dribbling, come fa lui.
Detto questo, non si può sperare di rimanere competitivi schierando un Grygera sulla fascia destra, o senza un vero centrocampista di quantità/qualità a centrocampo. Non lo è Marchisio, buon gregario ma difficilmente determinante (vero Lippi?). E non lo sono Felipe Melo e Sissoko, salvo miracoli.
Veniamo a Diego. Per quello che ha fatto vedere l’anno scorso, anche nelle migliori occasioni, e in questo scorcio di inizio stagione 2010, non vale più di un Miccoli o di un Di Natale qualsiasi. Buoni giocatori, a volte ottimi, ma non veri campioni. Anche qui salvo miracoli.
Si può fare ancora qualcosa? Certo, il mercato è ancora aperto, e Marotta lo ha detto chiaramente. Ma sarà difficile vedere realizzati uno dei tanti obiettivi top, di quelli che servono a far vendere copie ai giornali.
Dzeko costa uno sproposito, e se per caso arrivasse (per intervento divino) vorrà dire che non potremmo permetterci l’altro rinforzo di qualità che la difesa reclama. E che non può essere Burdisso. In quel reparto abbiamo già Chiellini, Bonucci e Legrottaglie. In quel ruolo serve una riserva, non un altro titolare, altrimenti rischiamo di bruciare Bonucci, il che non avrebbe senso. Non è stato preso per farlo accomodare in panca.
Serve come il pane, invece, un altro terzino sinistro. Uno buono. Purtroppo Kolarov, il migliore disponibile in quel ruolo, è sfumato definitivamente. Drenthe è un altro Felipe Melo, caratterialmente parlando. Già ne dobbiamo psicanalizzare uno, due sarebbero troppi. Se ci teniamo Sissoko e Melo, inutile andare a cercare un altro centrocampista centrale. Ne Mascherano, ne D’Agostino, ne Xabi Alonso, ne Palombo possono arrivare alla Juve. C’è qualche centrocampista disponibile a buon prezzo e migliore di quelli che abbiamo già? Risposta: no.
Krasic invece lo prenderei, sempre che non arrivi Dzeko, altrimenti la norma/dispetto varata da Abete sugli extracomunitari ci obbliga a fare una scelta. E, dovendo scegliere, Dzeko vince.
Le cessioni. Io un Poulsen lo terrei, nonostante l’ingaggio da manibucate regalato da Secco. E’ pur sempre un buon rincalzo. Farei di tutto invece per liberarmi di Grosso, Camoranesi e Zebina. Sarei perfino disposto a rimetterci. Guadagnano troppo e ormai rendono troppo poco. In più mettono in agitazione la tifoseria e rompono le scatole nello spogliatoio (tranne Grosso, forse). Mentre valuterei bene la posizione di Trezeguet, specie se non si riesce ad arrivare a Dzeko.
Amauri ci tocca tenercelo. A meno che qualche benefattore non decida di rilevarne l’ingaggio e pagarne il residuo da ammortizzare (altrimenti diventa una minusvalenza sicura in bilancio, e non possiamo permettercelo). Ma la vedo dura. Speriamo, se non altro, che possa tornare definitivamente dalla crociera. Giusto il tanto da garantire una quindicina di gol. Rispetto all’anno scorso sarebbe un successo.