Alle prossime Europee Salvini farà il pieno dei voti, e cercherà di mettere alle corde il m5s, chiedendo l’impossibile. Da qui l’inevitabile crisi di governo, che avverrà prima dell’entrata in vigore del reddito di cittadinanza (non per nulla Di Maio lo vorrebbe operativo prima delle elezioni, ma vedrete che gli “alleati” faranno di tutto per ostacolarlo).
Dopo la crisi, ci sarà un biforcazione temporale con due futuri alternativi:
Futuro “Mi fa male il didietro”: Salvini farà il pieno anche alle inevitabili elezioni legislative di inizio giugno (Mattarella proverà a creare un governo di legislatura con m5s e PD, ma questi ultimi si taglierebbero le palle per fare un dispetto alla moglie, quindi…). Grazie all’apporto dei gruppuscoli di destra (Casa Pound, Forza Nuova, Cacciatori e Forza Italia), Salvini potrebbe riuscire a formare un governo nazi-fascista i cui primi provvedimenti sarebbero: a) cittadinanza degli stranieri legata al lavoro… gratuito, in pratica la reintroduzione dello schiavismo; b) non si conosce il destino degli stranieri che non accetteranno le nuove misure di integrazione, ma andranno tutti in vacanza da un giorno all’altro, senza avvisare e lasciare un recapito… c) Pensioni, stipendi della pubblica amministrazione, tasse e sovvenzioni saranno legate al PIL delle regioni, quindi il Sud se ne può tranquillamente andare affanculo; d) Introduzione di due monete alternative all’euro: lo Sgheo, che avrà valore soltanto nelle regioni col PIL di cui sopra; la Lira, stampata in rotoli a due veli e in pacchi da sei, per tutti gli altri.
Futuro “Tentiamo la sorte”: In qualche modo Mattarella riesce a convincere il PD a sostenere un governo a maggioranza m5s, che però il tempo di una mozione parlamentare e viene affondato da franchi tiratori e cecchini armati di doppietta. Si va alle elezioni a fine giugno e si ritorna all’altro futuro.
In ogni caso, buon 2019 a tutti… e fate scorta di vasellina.
Archivi autore: Thomas M. Pitt
Gianni Tetti, Il Grande Nudo
Dopo aver letto, abbastanza casualmente, il romanzo Mette Pioggia di Gianni Tetti, ed esserne rimasto piacevolmente colpito, ho voluto approfondire l’opera di questo autore mio conterraneo, col quale condivido città di nascita e passione per il genere distopico e apocalittico. Ho optato naturalmente per il suo romanzo successivo, Il Grande Nudo, nel momento in cui scrivo la sua ultima pubblicazione, testo che è stato candidato ufficialmente durante la settantunesima edizione del Premio Strega. Mi è piaciuto? Si, mi è piaciuto. Ci tengo a dirlo subito e a scanso di equivoci, perché da questo momento in poi ne illustrerò quelli che a molti potrebbero sembrare dei difetti.
Prendiamo Mette Pioggia, il suo romanzo precedente, innaffiamolo con la benzina, mettiamo un petardo al suo interno, incendiamolo e facciamolo esplodere. Avremo così Il Grande Nudo: romanzo deflagrante che riporta più o meno le stesse tematiche, gli stessi personaggi, gli stessi luoghi del romanzo precedente, ma elevati all’ennesima potenza. Con, ancora più evidente, un unico principale protagonista: la crudeltà umana, maschile, italiana, sarda. Continua a leggere
Lars e una ragazza tutta sua, di Craig Gillespie, con Ryan Gosling
Lars e una ragazza tutta sua è un film del 2007, diretto dall’allora esordiente Craig Gillespie (Tonya) e interpretato da un incredibilmente bravo Ryan Gosling, snobbato agli Oscar ma non ai Golden Globe, dove venne candidato nella categoria Miglior Attore in un Film Commedia.
Per qualche motivo non sapevo dell’esistenza di questo film, che pur non essendo un capolavoro, risulta comunque gradevole, ben diretto e interpretato da bravi attori. Una favola malinconica non banale (candidata agli Oscar nella categoria Miglior sceneggiatura originale), priva di volgarità e allusioni sessuali, dove qualche sorriso spontaneo interrompe il magone destinato a svanire in un liberatorio lieto fine.
Su Sky on demand.
Extinction, di Ben Young, con Michael Peña e Lizzy Caplan
No, non definirò questo film l’ennesima fantamerda prodotta da Netflix. Primo, perché alla fine il film lo si vede tutto, e non è difficile resistere alla tentazione di cambiare canale (o, meglio, interrompere lo streaming). Secondo, perché cerco sempre di evitare i giudizi tranchat, anche se talvolta la tentazione è forte.
Extinction è un B-Movie di genere fanta-apocalittico, impreziosito dalla presenza di un paio di attori celebri: Michael Peña e Lizzy Caplan. Per quanto i due siano relativamente famosi, la loro prova risulta perlopiù anonima. Peña mantiene la stessa espressione per tutto il film, e benché ciò potrebbe avere un senso dal punto di vista della sceneggiatura, non credo lui lo faccia apposta. Pure la Caplan risulta abbastanza inespressiva, e sembra costantemente impegnata a farci notare i suoi occhioni perfettamente truccati, anche sotto le bombe. Ma si sa: Peña sa interpretare discretamente soltanto il ruolo di soldato/poliziotto latinoamericano, mentre alla Caplan vengono bene le commedie. Sconosciuto Ben Young, il regista.
La storia parrebbe l’ennesima riproposizione del tema dell’invasione aliena, condita con un pizzico di parapsicologia e ambientata in un poco originale contesto urbano/apocalittico. Continua a leggere
Gianni Tetti, Mette Pioggia
Nel mio continuo lavoro di approfondimento del genere distopico/apocalittico di matrice italiana, ho scovato questo piccolo capolavoro scritto nel 2014 da un giovane autore e sceneggiatore sardo, Gianni Tetti, anche lui nato a Sassari qualche anno dopo il sottoscritto. Proprio a Sassari sono ambientate le vicende narrate in questa strana apocalisse. Una Sassari cattiva, polverosa, infetta, lenta, silenziosa.
Mette Pioggia è un romanzo corale che narra l’apocalisse incrociando i punti di vista dei tanti personaggi che lo popolano. Personaggi inizialmente slegati tra loro, ma le cui vite si incastrano come le tessere di un puzzle. Tra di loro spicca l’assenza di eroi o persone speciali: sono proprio le storie di questi anonimi personaggi a introdurre un’apocalisse forse climatica o forse peggio, che se ne sta tranquilla sullo sfondo, lasciando che i protagonisti vivano i loro drammi e si abbandonino ai ricordi allucinati e infetti di un mondo giunto oramai alla fine. Continua a leggere
Margaret Atwood, Il Racconto Dell’Ancella
Il Racconto dell’Ancella è un grande romanzo, considerato da molti e a ragion veduta un classico del genere distopico di matrice novecentesca. Volendo tracciare una sequenza cronologica dei più importanti romanzi specificatemene distopici* del secolo scorso, Il Racconto dell’Ancella segue il solco tracciato da Il Mondo Nuovo, 1984, Fahrenheit 451, e Arancia Meccanica. Ripeto: sequenza cronologica. Ognuno poi si faccia la propria classifica.
Io purtroppo ho avuto la sventura di leggere questo capolavoro dopo aver visto l’omonima serie tv su Tim Vision, interpretata dalla bravissima Elisabeth Moss, di conseguenza conoscevo fin troppo bene tutta la storia. La serie infatti rimane abbastanza fedele al romanzo originale, seppur con qualche “aggiunta”.
Poco male: leggere Il Racconto dell’Ancella rimane comunque un’esperienza appagante. Rispetto agli altri romanzi SF di Margaret Atwood che mi è capitato di leggere, nel Racconto dell’Ancella manca l’ironia, caratteristica importante della cifra stilistica della Atwood, anche se a volte sembra trapelare tra le righe un sottile sarcasmo, soprattutto quando pare evidente che l’autrice canadese parli della società futura con l’intento di muovere una forte critica ai costumi contemporanei. A parte questo, si tratta di un romanzo visivamente potente, scritto alla perfezione e ottimamente tradotto in italiano. Continua a leggere
Giuseppe Genna, History
Articolo scritto per la rivista on line Andromeda, che differisce rispetto all’originale per l’ampia digressione autobiografica.
Sono riuscito nell’impresa non facile di portare a termina la lettura di History, l’ultima fatica letteraria di Giuseppe Genna. “Fatica” nel vero senso della parola, tanto che mi sento da subito di poter dire che History non è un romanzo per tutti, e tra questi ovviamente mi ci metto anch’io. Ma procediamo con ordine, con una mia breve digressione autobiografica.
È una vita che leggo un po’ di tutto in modo disordinato e caotico. Fino a quattordici divoravo manuali e libri illustrati per ragazzi. Intorno ai quindici anni è sbocciato l’amore per la narrativa, prevalentemente di genere fantascientifico. Ho passato un paio d’anni a leggere quasi esclusivamente romanzi e racconti di Isaac Asimov, per poi diversificare con Urania comprati a casaccio, i libri di Lovecraft e Poe, gli scrittori cyberpunk e l’opera omnia di Philip K. Dick. A un certo punto ho rallentato con il consumo smodato di narrativa di genere, spostando i miei interessi sul mainstream di provenienza anglosassone, con saltuarie incursioni nel beat e nel postmoderno. Continua a leggere
SPOILER su Fear The Walking Dead
Il personaggio di Nick, interpretato dall’ottimo Frank Dillane (un incrocio tra Johnny Deep e Robert Smith dei Cure), è in assoluto quello più carismatico e potente di Fear The Walking Dead. Almeno una spanna al di sopra delle inespressive Madison e Alicia.
Dopo la sua morte mi sono chiesto se Robert Kirkman non si fosse bevuto il cervello, ma poi vengo a scoprire che in realtà è stato l’attore a chiedere il congedo dalla serie. Un vero peccato, anche perché dubito che riuscirò a farmi piacere allo stesso modo lo special guest Morgan (Lennie James, già in TWD).
Franz Ferdinand, Always Ascending
Sembra sia passata un po’ in sordina la pubblicazione di Always Ascending, l’ultimo album dei Franz Ferdinand.
Ora, io non seguo i canali TV musicali e non ascolto granché la radio, ma sulla musica pop mi ritengo sufficientemente informato, soprattutto grazie a internet. Pertanto, mi chiedo come mai questo album non sia stato celebrato come merita. Si tratta di un’opera ben fatta, con ottimi pezzi, ottimi arrangiamenti e che stupisce, considerato che i FF sono sulla breccia ormai da quindici anni, hanno prodotto tanti album e non hanno mai ceduto a tentazioni di omologazione… come hanno fatto i #Muse e i #Coldplay, ad esempio.
Un po’ meno Talking Heads e un po’ più Roxy Music, Always Ascending è semplicemente bellissimo.
Consigliato agli amanti della bella musica e a chi se ne intende…
Ernest Cline, Ready Player One
Articolo scritto originariamente il 24 settembre 2014 e oggi, 20 marzo 2018, rivisto, attualizzato e riproposto.
Tanto per mettere subito le cose in chiaro: dopo aver letto Ready Player One si ha l’impressione di aver avuto a che fare con un megaspiegone galattico di 640 pagine. Per gli addetti ai lavori (non che io lo sia) lo spiegone è Il MALE, e lo è sia in ambito narrativo, dove può non essere semplice farne a meno, sia in ambito cinematografico, dove invece le immagini dovrebbero raccontare tutto, o quanto basta. Come avrebbe detto il buon Villaggio, dicesi spiegone o infodump quella spiegazione, solitamente lunga e pedante, che molti scrittori non molto attenti alla tecnica (indipendentemente dal fatto che riescano o meno ad avere successo) usano per illustrare senza troppe complicazioni sia il contesto storico, sociale e culturale nel quale è ambientata la storia, sia l’antefatto dal quale prendono il via le vicende narrate. Questo è il difetto numero uno di Ready Player One. Continua a leggere