Alla velocità della luce, nei panni di Kilgore Trout, finalmente raggiungerai il pianeta Trafalmadore, dimenticherai gli orrori di Dresda, farai un salto cosmico su Titano e ti lascerai cullare dal canto delle Sirene…
Dimenticherai i momenti drammatici, il suicidio di tua madre, la depressione di tuo padre. Il cancro di tua sorella e la morte di tuo cognato, poche ore prima, sul treno maledetto.
E riderai, riderai di cuore.
Perché l’umorismo, nonostante tutto, non ti ha mai abbandonato.
Lascerai a noi, che ti abbiamo amato, la tua poesia, la tua prosa, il tuo genio.
Non ho fatto in tempo a leggere tutta la tua opera. Ma non dimenticherò mai “Le Sirene di Titano”, “Madre Notte”, “Ghiaccio Nove”, “Galapagos”, “Barbablu”, “Il Grande Tiratore”. E “Mattatoio N. 5”.
Ricordo un tuo consiglio: “Fate l’amore ogni volta che potete. Fa bene”.
Parole sagge.
Ieri è morto Kurt Vonnegut.
Addio.