Mentre faceva la fila al seggio, guardò verso il rappresentante dei Nazional Movimentisti: un tipo simpatico, onesto, forse un po’ troppo schietto e incline allo scontro. Certo migliore del candidato per gli Eletti per la Democrazia, lì presente. Un trafficone dotato di parlantina, intelligenza superiore e un curriculum politico e lavorativo da far invidia.
Lui aveva sempre votato per gli Eletti, coi quali credeva di condividere gli stessi ideali. Tuttavia, negli anni si sentì sempre più distante da quelle persone più attente alle istanze delle élite che ai bisogni del popolo. Si, è vero: come lui erano fieramente antirazzisti, però sugli esterni ci speculavano. Contrari alle discriminazioni verso le minoranze, non avevano mai candidato un premier donna, continuavano a vietare i matrimoni gay e non avevano aumentato di un centesimo le pensioni. Anzi, avevano stretto sui salari e salvato le banche fallite, mantenendo i loro amici nei consigli di amministrazione.
A un certo punto aveva provato simpatia verso i Nazional Movimentisti. Loro erano onesti, dalla parte della povera gente, anche se poi… Alcuni di loro credevano davvero in complotti inventati di sana pianta. Qualcuno era fondamentalmente razzista, qualcun altro appoggiava la lobby delle armi. Spesso si rivelavano incompetenti, e qualche volta si accordavano sottobanco con gli avversari.
Insomma, lui di votare non ne aveva nessuna voglia, anche se era diventato obbligatorio. No, non voleva starci, e a un certo punto, rivolto ai politici li presenti, esclamò: – Siete stati voi a rovinare questo paese. Siete voi il problema, e io non farò nulla per avallare questo disastro!
Subito venne raggiunto dai Guardiani della Democrazia, che lo circondarono e lo invitarono gentilmente, ma con fermezza, a salire nel furgone parcheggiato fuori.
Poco dopo le sue ceneri venivano disperse in un campo di pomodori, mentre gli esterni, col capo chino, continuavano a zappare la terra.