Nel mio continuo lavoro di approfondimento del genere distopico/apocalittico di matrice italiana, ho scovato questo piccolo capolavoro scritto nel 2014 da un giovane autore e sceneggiatore sardo, Gianni Tetti, anche lui nato a Sassari qualche anno dopo il sottoscritto. Proprio a Sassari sono ambientate le vicende narrate in questa strana apocalisse. Una Sassari cattiva, polverosa, infetta, lenta, silenziosa.
Mette Pioggia è un romanzo corale che narra l’apocalisse incrociando i punti di vista dei tanti personaggi che lo popolano. Personaggi inizialmente slegati tra loro, ma le cui vite si incastrano come le tessere di un puzzle. Tra di loro spicca l’assenza di eroi o persone speciali: sono proprio le storie di questi anonimi personaggi a introdurre un’apocalisse forse climatica o forse peggio, che se ne sta tranquilla sullo sfondo, lasciando che i protagonisti vivano i loro drammi e si abbandonino ai ricordi allucinati e infetti di un mondo giunto oramai alla fine.
Giovani adulti che rivivono le avventure e le amicizie della loro infanzia, mariti uxoricidi che detestano i gatti, madri assassine e mogli devote al proprio compagno violento, uomini di mezz’età che cercano di far parlare il loro cane, testimoni di Geova inarrestabili, frequentatori di bar minimali, ricercatori “continentali” con problemi di ambientamento. Muti, cannibali, maniaci. E poi gatti, cani, ratti, blatte. Vecchie case in mezzo a campi aridi dove dimora il degrado e la barbarie. E un vento continuo, caldo, di scirocco (il vento del diavolo), mentre uno strano mal di pancia inizia a contagiare le persone. Intanto si spera nella pioggia: “Mette pioggia?“, ci si chiede lungo tutto il romanzo, fino all’amara sorpresa finale.
Il libro è scritto benissimo, con uno stile particolare che alterna semplici giochi di parole, ripetizioni e modi di dire tipici del dialetto sassarese. Libro che si legge in poco tempo, impreziosito da una sottile vena di umor nero, dialoghi semplici, frasi brevi e incisive e descrizioni “pittoriche”. Uno stile che ho subito apprezzato, e che mi ha convinto ad acquistare un altro romanzo di Tetti, Grande Nudo, scritto nel 2016, terzo tomo di un’ideale Trilogia del Vento, iniziata nel 2012 con la raccolta I cani là fuori.