Fino ad ora avevo letto soltanto un altro libro di Emmanuel Carrère: la biografia semi-romanzata di Philip Dick “Io sono vivo e voi siete morti”. Quel libro mi è rimasto nel cuore, e pur non avendolo più preso in mano, di tanto in tanto mi ritornano in mente alcuni suoi passaggi. Si trattò, a tutti gli effetti, di un’ottima lettura.
Anche per questo “Limonov”, Carrère ha scelto la formula della biografia romanzata. Eduard Limonov è uno scrittore, poeta, politico, attivista russo. Emigrato negli Stati Uniti negli anni settanta è stato un esponente della scena punk Newyorchese, un giornalista reazionario in Francia, un combattente in Serbia e un politico d’opposizione in Russia. Politicamente può essere considerato una sorta di fascio-comunista: ha fondato il partito Nazional-Bloscevico e per via delle sue posizioni estremiste è stato accusato di terrorismo e rinchiuso in galera per un paio di anni.
Si tratta di un personaggio allo stesso tempo affascinante e contraddittorio, portatore di valori marziali e difensore della povera gente, fedele compagno di donne bellissime e occasionale sperimentatore di rapporti omosessuali. Tuttavia, mentirei se dicessi di averne sentito parlarne altre volte, nonostante possa ritenermi una persona mediamente informata. Ho deciso di acquistare questo libro in quanto attratto dalle tematiche che hanno a che fare con la guerra nella ex Jugoslavia, guerra alla quale il protagonista del libro ha partecipato, per brevi periodi, al fianco dei carnefici serbi Karadzic e Arkan. Purtroppo (per me) devo dire che proprio questa parte è la meno sviluppata del libro. Chiariamo: Le informazioni sulla guerra nella ex Jugoslavia che vado cercando mi servono per il progetto di un romanzo che ho intenzione di scrivere, e per il quale sto cercando di raccogliere alcuni indizi relativi alle motivazioni che hanno spinto popolazioni fino a quel momento pacificamente conviventi a massacrarsi in quel modo.
Tornando al libro, la sua lettura si è rivelata comunque interessante. Il protagonista, benché contraddittorio e antitetico rispetto al mio orientamento politico (per lo meno in buona parte) trasmette un certo fascino, ed alla fine posso considerare questo “Limonov” un’ottima lettura. E poi Carrère è simpatico e scrive bene.