Leggo in questi giorni un bel po’ di commenti da parte dei tifosi juventini che, a quanto pare, schifano Del Neri. Personalmente ho sempre ammirato l’attuale allenatore sampdoriano, anche se riconosco che portarlo alla Juve sarebbe un bel rischio. Lo si poteva fare qualche anno fa, quando la Juve vinceva, i campioni c’erano e venivano da noi volentieri (pur senza pretendere ingaggi stratosferici) e la società era guidata da persone competenti che sapevano affiancare e supportare il tecnico nella gestione del parco giocatori.
Farlo oggi, con la rosa che ci troviamo, con la difficoltà a convincere giocatori di rango a trasferirsi a Torino, con il rinnovamento dei vertici ancora in corso, potrebbe rappresentare un rischio eccessivo per una società che tenterà di tirarsi fori dai guai e, possibilmente, imparare nuovamente a vincere.
Detto questo, bisogna scontrarsi con la dura realtà.
Inutile prendersela con la società se, invece di Benitez, Wenger, Capello dovrà accontentarsi di un Del Neri (o un Allegri) qualsiasi. Non ci sono i soldi, non c’è la champions, non ci sono prospettive certe. Tutte cose che appartengono a un passato glorioso. Tutte cose che farebbero muovere un tecnico quotato.
Per quale motivo un allenatore top dovrebbe aver voglia di trasferirsi a Torino? Sono loro a rifiutare la Juve, che pure li ha cercati e corteggiati a lungo. Possibilità di convincerli con la forza del denaro non ce ne sono. Voi dareste, chessò, 8 milioni a Benitez per accettare di andar via dal Liverpool e non pretendere di portarsi dietro staff tecnico e metodi di lavoro inglesi (sarebbe un rischio eccessivo imporre un metodo di lavoro alternativo in una Italia pallonara in cui il peso politico di DG e DS viaggia di pari passo ai risultati ottenuti…). Magari glieli dareste anche, ma la Juve, semplicemente, non ce li ha. Mettiamo che il progetto fallisce, quello poi vuole l’intero malloppo, come sta cercando di ottenere dal Liverpool.
La Juve non è l’Inter, grazie a Dio. Non invidio chi può vomitare miliardi di tasca propria, salvo poi ricapitalizzare all’infinito, vendere il marchio a se stessi per ripianare le perdite (se l’avesse fatto il Bologna, o un’altra piccola qualsiasi, gli avrebbero impedito di iscriversi al campionato) e attingere a piene mani dall’azienda di famiglia. La Fiat non è la Saras, che fino all’altro giorno non era neanche quotata in borsa (salvo poi quotarsi con qualche patema d’animo… staremo a vedere). Nella Fiat c’è gente in cassa integrazione, che non sopporterebbe lo sperpero di denaro (in parte già avvenuto) per operazioni alla Mourinho (apro l’ennesima parentesi: indovinate dove andrà Benitez, e dove verrà ricoperto d’oro, se Mourinho andrà al Real…).
Non ci resterà che accontentarci e incrociare le dita.
Dimenticavo. In questa mia breve riflessione non ho contemplato l’ipotesi Prandelli, giusta via di mezzo tra obiettivi medi alla Del Neri e Allegri, e allenatori di rango alla Benitez, Capello, ecc.
Prandelli verrebbe alla Juve, non pretenderebbe ingaggi faraonici, ci si potrebbe fare affidamento con maggior tranquillità. Ed è un ex juventino, il che non guasta. Purtroppo intorno alla sua candidatura gravitano dichiarazioni d’amore per i colori viola, posizioni intransigenti dei Della Valle, umori delle tifoserie, orgogli e impuntamenti vari. Se venisse alla Juve sarebbe per una serie di combinazioni fortuite. Ma la fortuna ultimamente non passa per Torino…