Oggi un post che riprende il “tutto il resto…” del sottotitolo di Mytom.it. Ogni tanto ci piace occuparci di altro e, a nostro avviso, la confessione di
Ivan Basso realtivo all’uso di pratiche e sostanze dopanti rappresenta un evento eccezzionale.
Veniamo al dunque: siamo totalmente d’accordo con Candido Cannavò che sulla Gazzetta dello Sport sostiene d’essere tentato di porgere la mano al celebre ciclista. Il motivo è semplice. Tutti i grandi campioni del ciclismo sono stati sfiorati, chi più chi meno, dal Sospetto con la S maiuscola. Tutti. Compreso Fausto Coppi, compresi Bartali, Moser… Pantani. Pantani: ha sempre gridato al complotto, si è sempre schierato contro i controlli spinti, contro i sospetti, contro l’accanimento. Pantani che fine ha fatto? Lo sappiamo tutti. Pantani era un campione, come lo è oggi Ivan Basso, e un campione del ciclismo può essere facilmente raggiunto e battuto da una schiappa che ricorre al doping. Pertanto il campione si dopa, non perché ne ha realmente bisogno, ma soltanto perché nel ciclismo moderno è l’unico modo per difendere le prorpie qualità.
Tutto ciò è sbagliato, tremendamente sbagliato, e pericoloso. Pertanto sosteniamo Ivan Basso, la cui confessione, le cui ammissioni hanno la capacità dirompente di aprire uno squarcio, una voragine, nel muro di omertà a difesa di una categoria ipocrita e drogata.
E basta con il solito luogo comune che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Lo sappiamo anche noi che ci sono i ciclisti onesti e puliti.
Ma non li conosciamo, purtroppo quelli non vincono.