Parto subito dal giudizio: discreto. Il Nemico di Michael D. O’Brien tratta un argomento affascinante, quello dell’anticristo e dell’apocalisse, e lo fa dal punto di vista della religione cattolica. Il libro è edito da Edizioni San Paolo, pertanto non vi aspettate scene di sesso ed eloquio corrente (ossia parolacce). Per quanto mi riguarda, mi sarei aspettato qualcosa di più terra terra. Per dirlo in parole povere, da cristiano convinto (sul fatto di essere cattolico nutro qualche dubbio), credo nella fine del mondo e in un’apocalisse prossima ventura. Ma non credo che per vedere avverarsi le profezie del nuovo testamento siano necessari miracoli, incantesimi e sortilegi. Il male fa parte dell’uomo, e in questo il demonio ha già vinto buona parte delle sue battaglie. Quando si avvicinerà la fine dei tempi, i segni ci saranno (se già non ci sono…), ma saranno del tutto umani e molto poco trascendenti. L’anticristo non sarà consapevole di essere tale. Sarà una figura pubblica, sicuramente carismatica, certamente importante, che agirà in buona fede. E in buona fede aprirà la strada alla distruzione e al male, creando e alimentando lo scontro contro i cristiani. In questo caso la guerra viene mossa nei confronti della chiesa cattolica, perché l’autore è cattolico per lui vale l’equazione Chiesa di Roma = Chiesa Universale. In passato mi è capitato di leggere romanzi sull’apocalisse scritti da autori protestanti. In quelle storie la chiesa cattolica è uno strumento nelle mani dell’anticristo e il Papa rappresenta il falso profeta (colui cha affianca la bestia) di turno. Questione di punti di vista.
Per questo motivo ritengo che l’anticristo, quando si manifesterà, sarà riconosciuto dai cristiani in quanto tali, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa, e la persecuzione sarà indirizzata verso di loro. Cattolici romani, protestanti o ortodossi che siano. L’unico vero miracolo sarà il ritorno del Signore, e anche in questo caso, secondo me, non ci saranno effetti speciali.
Tornando al romanzo: avvincente in buona parte, scritto e tradotto bene, un po’ troppo prolisso e noioso quando si affrontano tematiche teologiche.
Abbastanza deludente il finale, che non rivelerò.
Aggiungo un’altra considerazione. Una certa morale traspare nel corso della narrazione: i riformatori della chiesa cattolica appaiono come strumenti nelle mani del male supremo. E in questo l’autore è molto bravo a far nascere un sottile senso di colpa in quei cattolici non ancorati all’ortodossia.
A me è successo questo. Spero che si sbagli.